domenica 24 maggio 2009

Usare blogspot senza farsi troppo male.


2 parole sull'interfaccia

Quando vogliamo creare (o modificare) un nuovo post, appare una pagina contenete un editor simile a quello di word. In alto a destra ci sono 2 etichette: Scrivi e Modifica Html.

Praticamente tutte le pagine presenti sul web sono scritte in HTML. Essendo che questo linguaggio non è poi così immediato da leggere e scrivere, tutte le piattaforma di blogging più famose permettono di visualizzarlo già "interpretato" [Scrivi].
Alcune volte, però, è necessario ritoccare a mano questo codice, ed è possibile farlo solo attraverso [Modifica html].

Per esempio, questa scritta:
Preferirei essere altrove...

Nell'editor html [Modifica Html] appare così:
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Color: rgb (255, 102, 0) indica il colore, Font-weight: bold indica il grassetto.
Ovviamente è più simpatica la parte sopra, ma il succo del discorso è che si tratta della stessa cosa.


Testi
Per scrivere un testo sarebbe meglio utilizzare un software senza formattazione, come il Blocco Note di Windows o TextEdit per Mac OS.
Questo perché i programmi come Word non sono pensati per internet, e inseriscono un sacco di elementi superflui.
Per rendersene conto basta aprire Word, creare un nuovo documento e salvarlo. Questo documento, vuoto, contiene comunque delle informazioni, e peserà all'incirca 24 kb.
Per inserire testi in grassetto, corsivo, allinearli o cambiare carattere, ci sono degli appositi bottoni disposti sulla barra grigia in alto.
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Link
Per aggiungere un link è sufficiente annerire la/e parola/e interessata/e, cliccare sull'icona Image Hosted by ImageShack.us e inserire nell'apposita finestrella l'indirizzo del sito a cui vogliamo far riferimento.
Questo è un link.


Immagini
Per inserire delle immagini è necessario usufruire di servizi esterni, come Imageshack.
Da questo sito è possibile caricare immagini dal proprio disco rigido, o direttamente da altri siti (è necessario conoscere il collegamento dell'immagine).
Una volta che il trasferimento è completato (Browse... > Start Upload), il sito fornirà dei codici da incollare sul proprio editor.

Se l'immagine è molto grande, e vogliamo che appaia soltanto un'anteprima rimpicciolita (che poi si potrà ingrandire, off course), copiamo il codice vicino alla scritta Thumbnail for Websites, altrimenti se vogliamo che venga visualizzata subito nelle sue dimensioni originali, Hotlink for Websites.
N.B. Il codice di cui sopra dev'essere copiato all'interno di 'Modifica Html', nel punto in cui ci interessa che venga visualizzata. In caso contrario, non succederà nulla.


Tabelle
Come per le immagini, non c'è nessuna funzione di Blogspot che permetta di creare tabelle in maniera facile e indolore, quindi è necessario conoscere un po' di html, farlo fare a qualcun altro, o utilizzare programmi come Dreamweaver o simili.

Una tabella di 4 colonne e 3 righe si presenterà (sempre nell'editor Html) così:
Image Hosted by ImageShack.us

La prima riga indica la larghezza, in questo caso 600 pixel: tr indica le righe, td le celle delle varie colonne.
Le righe 3-4-5-6 del codice qui sopra, dunque, indicano tutta la prima riga, 9-10-11-12 la seconda e così via.
Se, per esempio, scriviamo qualcosa al posto di &nbsp (che in html indica uno spazio vuoto) nella nona riga dell'html qui sopra, andremo a riempire la prima cella della seconda riga della tabella.


Non sarà molto d'aiuto, ma meglio di niente...


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Materiali per prodotti (escluse plastiche)



BRONZO (Shpetim Gjika)

Il bronzo è una lega di rame più un altro metallo, dove il metallo aggiuntivo può essere l'alluminio, nichel, berillio e stagno, anche se spesso il termine bronzo viene inteso come la lega rame-stagno.

Lo stagno aggiunto fino al 8-9% dà luogo a leghe con buone caratteristiche meccaniche e grande resistenza alla corrosione: queste leghe sono ancora lavorabili plasticamente e si possono
laminare, estrudere, forgiare, stampare e trafilare. Aumentando ulteriormente il tenore di stagno, la durezza raggiunge livelli tali da consentire solo pezzi ottenuti per fusione, chiamati anche getti. A livello industriale si arriva a produrre bronzi con tenori fino al 30% di stagno.
Il diagramma di equilibrio rame-stagno è piuttosto complicato.

In genere i bronzi contengono sempre elementi aggiunti oltre allo stagno:
  1. Il fosforo disossida e aumenta la durezza; nei bronzi al fosforo vi è un tenore dello 0,4-0,8%.

  2. Il piombo viene aggiunto in tenori compresi tra l'1 al 5%. Esso rimane confinato ai bordi dei grani rendendo così più facile la lavorazione alle macchine utensili. Se invece il piombo raggiunge percentuali molto più elevate (dal 10 al 30%) la lega presenta un particolare comportamento alla frizione: per questo sono impiegate per i cuscinetti.

  3. Lo zinco viene usato come disossidante.

  4. Il berillio viene aggiunto per aumentare la durezza.

STORIA
Venne usato estesamente durante l'età del Bronzo. Durante questo periodo storico, cui diede perfino il nome, venne usato per costruire attrezzi, armi, corazze e strumenti più resistenti e leggeri di quelle in pietra o in rame; ai metalli componenti veniva aggiunto, per lo più come impurità, anche arsenico, che contribuiva a rendere la lega ancora più dura. Questo bronzo primitivo era anche più resistente delle prime armi di ferro, per il fatto che il modo di forgiare ghisa e acciaio di buona qualità sarebbe stato scoperto solo millenni dopo. Nonostante questo però, l'età del bronzo cedette il passo all'età del Ferro, dal momento che le spedizioni di stagno attraverso il Mar Mediterraneo cessarono durante le grandi migrazioni di popolazioni che ebbero luogo nel periodo dal 1200 al 1100 a.C., rendendo estremamente difficile trovare la materia prima necessaria e causando un forte aumento dei prezzi di questo materiale. Il bronzo venne perciò usato solo per oggetti di particolare pregio, mentre per molti scopi il più debole ferro dolce era sufficientemente resistente da prenderne il posto. Per esempio, gli ufficiali dell'esercito romano avevano spade di bronzo, mentre i semplici fanti dovevano accontentarsi di spade di ferro. Dall'inizio del XX secolo venne introdotto il silicio come principale legante del rame, ed oggi la maggior parte del bronzo per usi industriali ed artistici è in realtà una lega rame-silicio.

TECNOLOGIA
Le leghe a base di rame hanno punto di fusione più basso rispetto all'acciaio, e sono più facilmente prodotte a partire dai loro costituenti. Hanno una densità superiore in media del 10% a quella dell'acciaio (alcuni tipi di bronzo contenenti molto alluminio o silicio possono essere meno densi), ma tutti i vari tipi di bronzo sono comunque più morbidi e meno resistenti di esso. Sono però più elastici e più resistenti alla corrosione, soprattutto da acqua di mare, e resistono alla fatica meglio di quanto faccia l'acciaio: sono anche dei migliori conduttori di calore ed elettricità. Una lega a base di rame costa più dell'acciaio, ma meno di una equivalente lega a base di nichel.

USI DEL BRONZO

I bronzi vengono usati per numerose applicazioni. Per le monete e le medaglie si usa un contenuto di stagno variabile tra il 3 e l'8 per cento: in questo range la resistenza all'usura e alla corrosione si accompagnano ad una discreta coniabilità.Per la fabbricazione di ingranaggi ed organi di trasmissione si usano leghe con stagno dall'8 al 12%.Cuscinetti e boccole, ruote ad ingranaggi sollecitati a forti pressioni necessitano di un tenore di stagno superiore al 14%, così come gli apparecchi idraulici per alte pressioni.Le leghe con il 20% e più di stagno sono quelle che vengono utilizzate per parti sollecitate per attrito sotto forte pressione, come i cuscinetti. Anche le campane hanno un alto contenuto di stagno (19-22%). Sopra il 30% di stagno la lega diventa fragile e non ha interesse industriale. Il bronzo è molto usato dagli scultori per le loro opere, perché molte leghe di bronzo hanno l'insolita e molto utile proprietà di espandersi lievemente poco prima di solidificare, riempiendo ogni minimo vuoto dello stampo che le contiene. Questo permette, nella scultura finita, di rendere perfettamente ogni minimo dettaglio del lavoro dell'artista.Il bronzo ha inoltre un attrito molto basso con altri metalli, cosa che lo rese prezioso nella fabbricazione di palle di cannone, visto che quelle di ferro tendevano a grippare all'interno della canna. Oggi questa caratteristica lo rende utile in piccoli motori elettrici per cuscinetti a sfera, bronzine e spazzole.Il bronzo è anche utilizzato per la produzione di alcuni strumenti musicali, come piatti per la batteria e orchestra e altri strumenti quali trombe e sax.

STAGNO (Shpetim Gjika)
Lo stagno è un elemento chimico nella tavola periodica che ha simbolo Sn e numero atomico 50. Questo metallo di post-transizione argenteo e malleabile, che non si ossida facilmente all'aria e resiste alla corrosione si usa in molte leghe e per ricoprire altri metalli più vulnerabili alla corrosione. Lo stagno si ottiene soprattutto dalla cassiterite, (un minerale in cui è presente sotto forma di ossido) e dalla stannite.

CARATTERISTICHE

Lo stagno è un metallo malleabile e duttile bianco argenteo, con una struttura cristallina particolare che provoca uno stridio caratteristico quando una barra di stagno viene piegata (il rumore è causato dalla rottura dei cristalli): se riscaldato, perde la sua duttilità e diventa fragile. Questo metallo resiste alla corrosione da acqua marina, distillata e da acqua potabile, ma può essere attaccato da acidi forti, da alcali e da sali acidi. Lo stagno agisce da catalizzatore in presenza di ossigeno disciolto nell'acqua, che accelera l'attacco chimico.

FORME ALLOTROPICHE
Lo stagno solido a temperature normali ha due forme allotropiche. Sotto i 13,2 °C è stabile la forma allotropica alfa, detta stagno grigio, che ha una struttura cristallina cubica molto diversa dal silicio e dal germanio. Sopra la temperatura limite di 13,2 °C invece è stabile la seconda forma allotropica, stagno beta, detto anche stagno bianco con una struttura cristallina tetragonale. Stagno alfa : densità 5,769 g/cm-3; numero di cordinazione 4 Stagno beta : densità 7,265 g/cm-3; numero di cordinazione 6 Se raffreddato da solido, lo stagno bianco si riconverte lentamente nella forma allotropica alfa, un fenomeno noto come peste dello stagno che viene favorito da impurità di alluminio e zinco presenti nel metallo: per impedire questa trasformazione vengono aggiunte allo stagno puro piccole quantità di antimonio e bismuto.

APPLICAZIONI
Lo stagno si lega facilmente col ferro ed è stato usato in passato per rivestire piombo, zinco e acciaio per impedirne la corrosione.I contenitori, lattine e scatolette, in banda stagnata (lamierino di acciaio stagnato) sono tuttora largamente usati per conservare i cibi, un uso che copre gran parte del mercato mondiale dello stagno metallico. Oltre alla forma metallica trovano largo impiego industriale diversi dei numerosi composti, organici ed inorganici, dello stagno IV.

ALTRI USI:
  1. Alcune importanti leghe dello stagno sono: il bronzo nelle sue varie formulazioni (come la lega campanaria e il bronzo fosforoso), il metallo di Babbitt, leghe die casting, il peltro, la lega da saldatore, il princisbecco e il White metal.

  2. Il sale di stagno più importante è il cloruro di stagno, che si usa come agente riducente e come mordente nella stampa calico. Quando dei sali di stagno vengono spruzzati sul vetro, si forma un rivestimento elettricamente conduttivo: questo fenomeno viene sfruttato nella fabbricazione di pannelli luminosi e per frangivento antighiaccio.

  3. Il vetro delle finestre è molto spesso fabbricato raffreddando il vetro fuso facendolo galleggiare sopra una massa di stagno fuso, per ottenere una superficie piatta (è il famoso processo Pilkington).

  4. Lo stagno si usa anche nelle saldature per unire tubi di piombo ed entra nella composizione delle più diffuse leghe per saldatura utilizzate per componenti e circuiti elettronici, in leghe per bronzine, nella fabbricazione del vetro e in una vasta gamma di processi chimici.

  5. Fogli di stagno (carta stagnola) erano un imballaggio per cibo e medicinali (ormai sono stati soppiantati da sottilissimi fogli di alluminio laminato).

  6. Composti dello stagno si usano nelle vernici antivegetative con cui è dipinta l'opera viva delle navi, per impedire il proliferare di alghe, crostacei e molluschi su di essa.
Lo stagno diventa superconduttore al di sotto dei 3,72 K: è stato il primo superconduttore scoperto, e l'effetto Meissner, una delle caratteristiche dello stato di superconduttività, è stato osservato per la prima volta in cristalli superconduttori di stagno. La lega niobio-stagno Nb3Sn è usata commercialmente per fabbricare cavi per magneti superconduttori grazie all'alta temperatura critica (18 K) e l'alto valore critico di campo magnetico (25 T). Un magnete superconduttore di un paio di kilogrammi di massa può generare lo stesso campo di un magnete convenzionale pesante molte tonnellate.

STORIA

Lo stagno (dal latino stannum) è stato uno dei primi metalli ad essere scoperto, e fin dall'antichità venne intensivamente usato per il suo effetto come legante del rame, di cui aumenta di molto la durezza e le doti meccaniche formando la lega nota come bronzo, in uso fino dal 3500 a.C. L'attività di estrazione mineraria dello stagno iniziò presumibilmente in Cornovaglia e a Dartmoor in età classica: grazie ad esso queste regioni svilupparono un fitto commercio con le aree civilizzate del Mar Mediterraneo. Lo stagno puro non venne usato in metallurgia fino al 600 a.C.In epoca moderna l'alluminio ha soppiantato alcuni usi dello stagno, ma il termine stagnola è ancora, a volte, impropriamente usato per ogni metallo argenteo in forma di fogli sottili.

ABBONDANZA

Circa 35 paesi nel mondo hanno miniere di stagno in attività, e praticamente in ogni continente c'è un importante produttore di stagno. Lo stagno metallico si produce riducendo il minerale con carbone in una fornace a riverbero. L'elemento stagno è relativamente scarso nella crosta terrestre, con una abbondanza relativa di circa 2 ppm, a paragone con le 94 ppm per lo zinco, le 63 ppm per il rame e le 12 ppm per il piombo. La maggior parte dei giacimenti di stagno del mondo sono di natura alluvionale, e metà di essi è nel sudest asiatico. L'unico minerale importante dal punto di vista estrattivo è la cassiterite (SnO2), ma piccole quantità di stagno si possono ottenere anche da solfuri complessi come stannite, cilindrite, frankeite, canfieldite e teallite.

NICHEL (Shpetim Gjika)
Il nichel è l'elemento chimico di numero atomico 28. Il suo simbolo è Ni. Il nome deriva dalla parola svedese Nickel (diminuitivo di Nicolaus, con significato di persona da poco, folletto) e dal derivato tedesco Kupfernickel ("rame del diavolo") nome dato dai minatori a questo elemento un tempo senza valore.

CARATTERISTICHE

Il nichel è un metallo bianco argenteo, che può essere lucidato con grande facilità. Appartiene al gruppo del ferro, ed è duro, malleabile e duttile. Si trova combinato con lo zolfo nella millerite, con l'arsenico nella niccolite, e con arsenico e zolfo negli occhi di nichel.Per la sua ottima resistenza all'ossidazione e stabilità chimica esposto all'aria, si usa per coniare le monete di minor valore per rivestire il ferro, l'ottone ecc; in alcune attrezzature chimiche; in certe leghe, come per esempio l'argento tedesco. È ferromagnetico, e si accompagna molto spesso con il cobalto: entrambi si possono trovare nel ferro meteorico. È apprezzato moltissimo per le proprietà che conferisce alle leghe metalliche di cui fa parte. Il nichel è uno dei cinque elementi ferromagnetici. A causa della particolare lega usata la moneta americana detta "nichelino" non è ferromagnetica, mentre l'equivalente canadese lo era fino all'anno di conio 1958 compreso. Lo stato di ossidazione più comune del nichel è +2, ma sono stati osservati anche complessi di nichel in stati di ossidazione 0, +1 e +3.

APPLICAZIONI

Circa il 65% del nichel consumato nel mondo occidentale viene impiegato per fabbricare acciaio inox austenitico; un altro 12% viene impiegato in superleghe. Il restante 23% del fabbisogno è diviso fra altri tipi di acciaio, batterie ricaricabili, catalizzatori e altri prodotti chimici, monetazione, prodotti per fonderia e placcature.I suoi usi comprendono:
  1. Acciaio inossidabile e altre leghe resistenti alla corrosione.

  2. L'acciaio al nichel si usa per impieghi a bassa temperatura

  3. L'Alnico, una lega, è usato nei magneti.

  4. Il Mumetal ha una permeabilità magnetica particolarmente alta, e si usa per schermare campi magnetici.

  5. Il Monel è una lega di nichel estremamente resistente alla corrosione, usata per eliche di navi, attrezzature da cucina e tubature di impianti chimici industriali.

  6. Leghe a memoria di forma come il nitinol sono usate in robotica e in endodonzia, (un ramo dell'odontoiatria).

  7. Batterie ricaricabili, come le batterie al nichel idruro metallico e al nichel-cadmio.

  8. Monetazione: negli Stati Uniti e in Canada il nichel è usato nelle monete da cinque centesimi (dette appunto nichelini); in Italia, le monete da 50 e 100 lire erano fatte di acmonital o di cupronichel, due leghe di nichel. Molti altri stati usano o hanno usato nichel nelle loro monete.

  9. Nell'elettrodeposizione

  10. Nei crogiuoli per laboratori chimici.

  11. Finemente polverizzato, il nichel è un catalizzatore per l'idrogenazione degli oli vegetali.


STORIA

Il nichel si usa almeno dal 3500 a.C.; alcuni bronzi da quella che è oggi la Siria contengono fino al 2% di nichel. Inoltre esistono alcuni manoscritti cinesi che suggeriscono che il "rame bianco" (paitung) fosse in uso in Oriente fra il 1400 e il 1700 a.C. Comunque, poiché i minerali di nichel possono facilmente essere confusi con minerali di argento, l'uso consapevole del nichel in quanto tale data dall'era contemporanea.
I minerali che contengono nichel (come la niccolite, o falso rame) erano apprezzati anticamente per il colore verde che conferivano al vetro. Nel 1751 il barone Axel Frederik Cronstedt, tentando di estrarre rame dalla niccolite ottenne invece un metallo bianco che battezzò nichel, dal Tedesco kupfernickel (falso rame) o da nickel (diavoletto). La parola Nichel proveniente dal termine tedesco Kupfernickel: il nome gli fu dato dai minatori che attribuivano ad un genio maligno le colpe del ritrovamento di questo metallo, che allora non aveva alcun valore, al posto del rame, elemento più prezioso ed utile. Kupfer significa infatti rame mentre Nickel, si riferisce a Nicolaus, un genio maligno: un folletto.La prima moneta di nichel puro venne coniata nel 1881, mentre monete in nichel-rame vennero emesse da tre sovrani del regno indo-greco nel II secolo a.C.

BIOLOGIA
Molti (ma non tutti) gli enzimi del tipo idrogenasi contengono nichel in aggiunta agli aggregati ferro-zolfo. I siti nichel in queste idrogenasi hanno il compito di ossidarsi piuttosto che di sviluppare idrogeno: pare che il sito nichel cambi il suo stato di ossidazione durante l'azione dell'enzima, e sono state presentate prove a sostegno dell'ipotesi che i centri nichel siano i reali siti attivi di questa classe di enzimi. Un coenzima nichel-tetrapirrolo, il Co-F430, è presente nella metil-CoM-riduttasi e nei batteri metanogeni. Il tetrapirrolo è un intermedio nella struttura fra porfirina e corrina. Di recente sono state osservate variazioni sia nello stato di ossidazione che nel tipo di coordinazione del nichel all'interno di tale enzima. Esiste anche una carbonio-monossido-deidrogenasi contenente nichel, ma si sa molto poco sulla sua struttura.
DISPONIBILITA'

Il grosso di tutto il nichel estratto viene da due tipi di deposito minerale; il primo tipo sono lateriti in cui il minerale principale sono limonite nichelifera [(Fe,Ni)O(OH)] e garnierite (un silicato idrato di nichel). Il secondo tipo sono depositi di solfuri di origine magmatica in cui il principale minerale è la pentlandite [(Ni,Fe)9S8].In termini di quantità fornite, la regione di Sudbury nell'Ontario, Canada, produce circa il 30% della richiesta mondiale di nichel. Altri giacimenti sono in Russia, Nuova Caledonia, Australia, Cuba e Indonesia. Comunque, si pensa che la gran parte del nichel presente sulla Terra sia concentrato nel nucleo del nostro pianeta.

PRECAUZIONI

L'esposizione (TLV-TWA) al nichel metallico ed ai suoi sali solubili non dovrebbe superare gli 0,05 mg/cm3 per 40 ore a settimana; fumi e polveri di solfuro di nichel sono considerati cancerogeni; molti altri composti del nichel sono sospetti cancerogeni.Il nichel tetracarbonile ([Ni(CO)4]) è un gas estremamente tossico la cui tossicità è la combinazione della tossicità del metallo con la tendenza che il composto ha a dissociarsi liberando monossido di carbonio, anch'esso altamente tossico. Persone particolarmente sensibilizzate possono mostrare una allergia al nichel che si manifesta sulle zone della pelle esposte ad esso. L'Unione Europea regola per decreto la quantità di nichel che può essere contenuta in prodotti che sono a contatto con la pelle. Nel 2002 in un articolo della rivista
Nature alcuni ricercatori hanno dimostrato che le monete da 1 e 2 euro eccedono questi limiti. Sembra che questo sia dovuto ad una reazione galvanica.

VETRO (Davide Zennaro)
breve descrizione:

Vetro: denominazione di sostanze amorfe omogenee trasparenti allo stato solido ma non cristallino. Fisicamente viene definito come un liquido ad elevata viscosità solidificatosi col raffreddamento. E' costituito da silice SiO2 unita a sali od ossidi di Na o K, soda (fondenti che servono per far fondere la silice ad una minore temperatura) e ad ossidi di Ca, Mg, Ba, allumina, i quali impediscono la devetrificazione. La soda, la cui purezza viene garantita dal metodo Solvay, ha anche il vantaggio di allungare i tempi di solidificazione della massa vetrosa. Una sua maggiore percentuale determina una solidificazione più lenta del vetro. Viceversa, il vetro, con il passare del tempo, porterà in superficie il fondente, opacizzando l'oggetto. Nel composto si ritrovano anche opacizzanti o coloranti. Gli stabilizzanti possono essere sostituiti da ossidi di piombo con l'ottenimento di vetri ad alto indice di rifrazione (vetri al piombo detti cristalli) o da carbonato di calcio. Anche i fondenti possono essere costituiti da anidride fosforica o borica ottenendo vetri di diverso indice di rifrazione ( flint e crown).
caratteristiche del vetro (per comprendere come meglio utilizzarlo nel proprio progetto):
  1. Bassi valori di elasticità con conseguente notevole fragilità.

  2. Elevata trasparenza (la trasmissione della luce dipendente in modo sensibile dalla lunghezza dell'onda incidente) e durezza (5-7 nella scala di Mohs).

  3. Resistenza agli agenti chimici con l'esclusione dell'acido fluoridrico che aggredisce la silice (la corrosione in presenza di acidi è di 0,05 mm/anno e di 0,3 in presenza di basi).

  4. Indice di rifrazione 1,5-1,8 con specifici valori per ogni tipo di vetro. • Sopporta riscaldamenti uniformi e graduali (coefficiente di dilatazione termica compreso tra 5-100 x 10 alla - 70 °C e resistenza agli sbalzi termici inversamente proporzionale al coefficiente di dilatazione).

  5. Presenta caratteristiche di bassa conducibilità elettrica (alta resistività elettrica superficiale, fino a 10 alla 17 ohm/cm al quadrato che ne fa un prodotto isolante) e termica.

  6. E' un buon isolante e, nel vetro in silice, la conducibilità termica è di 1,3 W/m°C. • Nei vetri normali non avviene alcuna deformazione prima della frattura (resistenza meccanica compresa tra 100-10000 kg/cm al quadrato).

  7. La densità è in funzione della composizione: da 2,2 g/cm3 per i vetri al silice a 4,8 per quelli al piombo.

  8. La costante dielettrica relativa è di 8 nei vetri comuni ed è inversamente proporzionale alla temperatura
Vetro comune: Usato per finestre, specchi e servizi da tavola.

Cristallo di Boemia: E’ più duro del vetro comune, incolore e lucente; viene impiegato per servizi da tavola di pregio.

Cristallo o vetro al piombo: E’ il vetro di maggior pregio, per le sue proprietà di purezza e trasparenza è impiegato per la fabbricazione di oggetti di lusso e per vetri d’ottica.

Vetro Pirex: E’ resistente al calore; viene usato anche per cuocere i cibi.

Vetro di sicurezza: Formato da due lastre di vetro comune incollato su un foglio di resina trasparente.

Vetro infrangibile: E’ vetro sottoposto a "tembra", cioè viene raffreddato rapidamente sulle due facce. Diventa molto duro ma anche molto fragile.

Vetro smerigliato: Si ottiene con getti di prodotti abrasivi sulla superficie del vetro.

Vetri d’ottica: Con questi vetri si fabbricano lenti per occhiali e per apparecchi ottici.

Vetri stampati: Sono prodotti in molti colori e sono anche utilizzati per la fabbricazione delle vetrate legate al piombo.

Vetri retinati: Sono vetri nei quali è incorporata una rete metallica a maglia quadrata.

Cristalli riflettenti: Sono lastre di vetro su una faccia delle quali sono stati deposti ossidi metallici.

Cristalli termoisolanti: Hanno una intercapedine riempita di aria o gas che assicura una ottima capacità di isolamento termico.

Specchi: Lastre di vetro trattate su una superficie con uno strato sottile di argento per gli specchi pregiati, di stagno e alluminio per gli specchi comuni, di piombo per gli specchi scuri
.

CERAMICA (Davide Zennaro)

(esempio di un utilizzo della ceramica, in questo caso una valigia)

http://www.italiaatavola.net/articoli.asp?cod=5553


(altro esempio di uso particolare della ceramica: coltelli)

IL SILICIO (Camilla Sartor)

Il silicio è l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi che ha come simbolo Si e come numero atomico il 14; è il secondo elemento per abbondanza nella crosta terrestre dopo l'ossigeno, componendone il 25,7% del peso. Si trova in argilla, feldspato, granito, quarzo e sabbia, principalmente in forma di biossido di silicio, silicati e alluminosilicati (composti contenenti silicio, ossigeno e metalli). Il silicio è il componente principale di vetro, cemento, semiconduttori, ceramica e silicone.
Nella sua forma cristallina, il silicio ha colore grigio e una lucidità metallica; la maggior parte degli acidi (eccetto l'acido fluoridrico) non lo intaccano.

Le applicazioni

Il silicio è un elemento molto utile, ed è vitale per molte industrie.
Il diossido di silicio in forma di sabbia e argilla è un importante ingrediente del cemento e dei mattoni, ed è molto importante per la vita animale e vegetale. Altri usi di questo elemento sono:
È un materiale refrattario usato nella produzione di materiali ad alte temperature, e i suoi silicati sono impiegati nella fabbricazione di smalti e terraglie.
Il silicio è un importante costituente di alcuni tipi di acciaio; il suo limite di concentrazione è del 5%, in quanto oltre si ha un notevole abbassamento della resilienza (capacità di resistere a forze di rottura). Rende inoltre possibile far separare grafite negli acciai anche già a partire da concentrazioni di carbonio maggiori di 0,50%. Si segnala la sua presenza (1-2%) negli acciai per molle, dove accresce il limite elastico, avvicinandolo a quello di rottura, e favorisce la temprabilità.
La silice della sabbia è un componente principale del vetro.
Il carburo di silicio, chiamato anche carborundum, è uno dei più importanti abrasivi.
Il silicio ultrapuro è un semiconduttore intrinseco (o puro) e può essere drogato (con questo verbo si intende l’aggiunta di piccole percentuali di atomi allo scopo di modificare le proprietà elettriche del materiale) con arsenico, fosforo, gallio o boro per renderlo più conduttivo e utilizzarlo in transistor, pannelli solari o celle solari, e altre apparecchiature a semiconduttori, che sono utilizzate in elettronica e altre applicazioni ad alta tecnologia.
Il silicio può essere usato nei laser per produrre luce coerente con una lunghezza d'onda di 4560 angstrom.
I siliconi sono composti flessibili contenenti legami silicio-ossigeno o silicio-carbonio; sono ampiamente usati in forma di gel per impianti artificiali del seno e per le lenti a contatto.
Il silicio idrogenato amorfo si è mostrato promettente per la produzione di celle solari e apparati elettronici a basso costo.
La silice è uno dei principali ingredienti dei mattoni a causa della sua bassa attività chimica.

La preparazione

Il silicio viene preparato commercialmente tramite riscaldamento di silice ad elevato grado di purezza, in una fornace elettrica usando elettrodi di carbonio. A temperature superiori a 1900 °C, il carbonio riduce la silice in silicio secondo l'equazione chimica
SiO2 + C → Si + CO2
Il silicio liquido si raccoglie in fondo alla fornace, e viene quindi prelevato e raffreddato. Il silicio prodotto tramite questo processo viene chiamato silicio di grado metallurgico(MGS) ed è puro al 98%. Per raggiungere gradi di purezza superiori necessari ad esempio per realizzare dispositivi elettronici a semiconduttore, è necessario praticare un’ulteriore purificazione.


Note

Poiché il silicio è un importante elemento dei semiconduttori e di tutta l'industria elettronica, la regione di Silicon Valley in California, nota per le numerose aziende di informatica ed elettronica, prende il suo nome da questo elemento (Silicon in inglese).

IL CROMO (Camilla Sartor)

Il cromo è l'elemento chimico di numero atomico 24. Il suo simbolo è Cr.Il cromo è un metallo duro, lucido, color grigio acciaio; può essere facilmente lucidato, fonde con difficoltà ed è molto resistente alla corrosione.

Le applicazioni

In metallurgia, per conferire resistenza alla corrosione ed una finitura lucida:
1.come costituente per leghe resistenti al calore (grazie alla funzione protettiva dell'ossido Cr2O3), come nell'acciaio inox e nelle leghe per resistenze elettriche,
2.nella cromatura,
3.nell'alluminio anodizzato.
Per smalti e vernici:
1.L'ossido di cromo (III) è un lucidante per metalli conosciuto come green rouge.
2.I sali di cromo colorano il vetro di verde smeraldo.
3.Il cromo è responsabile del colore rosso dei rubini, ed è usato nella produzione di rubini sintetici.
4.Come catalizzatore.
La Cromite si usa per fare impasti per la cottura dei mattoni.
Sali di cromo si usano nella conciatura del cuoio.
L'ossido di cromo (IV) (CrO2) si usa per fabbricare nastro magnetico: grazie alla maggiore coercitività rispetto al ferro, i nastri al cromo offrono prestazioni superiori.

Durante il XIX secolo il cromo fu usato principalmente per preparare vernici e pigmenti vari; oggi l'uso principale del cromo (85% del totale) è per leghe metalliche, con il resto diviso fra l'industria chimica, le fonderie e le fabbriche di laterizi.

Il dicromato di potassio è un potente agente ossidante ed è il miglior composto disponibile per eliminare ogni possibile composto organico dai vetri di laboratorio, ma è altamente tossico. Il verde cromo è un ossido di cromo, Cr2O3 usato nelle vernici per miniature, modellismo e pittura su vetro. Il giallo cromo è un pigmento giallo brillante, PbCrO4, usato dai pittori.

Salute

Il cromo metallico e i composti del cromo trivalente non sono normalmente considerati pericolosi per la salute, ma i composti del cromo esavalente sono molto tossici se ingeriti: la dose letale di composti di cromo esavalente è di circa mezzo cucchiaino da tè. La maggior parte dei composti del cromo esavalente sono irritanti per gli occhi, la pelle e le mucose, ed una esposizione cronica ad essi può causare danni permanenti agli occhi, se non adeguatamente curati. Il cromo esavalente è un famoso agente cancerogeno per gli esseri umani.
Nel 1958 l'Organizzazione mondiale della sanità consigliò una concentrazione massima ammissibile per il cromo esavalente di 0,05 milligrammi per litro nell'acqua potabile, sulla base di misure di salvaguardia per la salute. Poiché molti composti del cromo sono stati e sono tuttora usati in colori, vernici e nella concia del cuoio, molti di essi si ritrovano oggi nel terreno e nelle falde acquifere in siti industriali abbandonati, che ora necessitano di decontaminazione e recupero ambientale.
A partire dal 1° luglio 2006 è diventata obbligatoria la Direttiva della Comunità Europea 2002/95/CE (RoHS) che vieta l'utilizzo di cromo esavalente come componente nei rivestimenti anticorrosione in vari tipi di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

I CRISTALLI LIQUIDI (Camilla Sartor)
I cristalli liquidi, o per meglio dire "le proprietà liquido-cristalline possedute da alcuni composti organici", furono scoperti nel 1888 dal botanico austriaco Friedrich Reinitzer.
Reinitzer si accorse che riscaldando del benzoato di colesterile questo dapprima diventava opaco, per poi schiarirsi al progressivo alzarsi della temperatura. Una volta raffreddato, il liquido diventava bluastro e poi cristallizzava.
In pratica tali sostanze non passano direttamente dallo stato solido a quello liquido, ma in particolari condizioni di pressione, temperatura e concentrazione sono in grado di organizzarsi in fasi intermedie (mesofasi o liquido cristalline) che presentano caratteristiche sia dello stato solido cristallino che di quello liquido. Questo dualismo di parole che sembrano essere antitetiche tra di loro giustifica il termine con cui si indicano questi composti: cristalli liquidi.
L'esistenza di queste mesofasi è dovuta ad una certa organizzazione che le molecole possono assumere passando dall'ordinata disposizione cristallina dello stato solido alla disposizione casuale dello stato liquido. Alle proprietà tipiche dello stato solido e dello stato liquido (fluidità e mobilità molecolare) si aggiungono caratteristiche peculiari dei cristalli liquidi: ad esempio la possibilità di variarne il grado di ordine per mezzo di campi magnetici ed elettrici, o la facoltà che essi hanno di cambiare colore al variare della temperatura.
Questo ha fatto dei cristalli liquidi una classe di composti che sono oggi largamente usati per la costruzione di oggetti di uso quotidiano.
La reazione delle molecole di un cristallo liquido alla presenza di un campo elettrico è la principale caratteristica utilizzata nelle applicazioni industriali. L'abilità di porsi lungo una direttrice dettata da un campo esterno è dovuta alla natura elettrica delle molecole. Quando un campo elettrico esterno è applicato ad un cristallo liquido, le molecole dipolari tendono ad orientarsi lungo la direzione del campo; nel diagramma seguente le frecce nere rappresentano il vettore del campo elettrico e quelle rosse la forza elettrica agente sulle molecole.

Gli effetti dei campi magnetici sulle molecole dei cristalli liquidi sono analoghi a quelli provocati dai campi elettrici: quando un campo magnetico esercita la sua influenza, le molecole tendono ad allinearsi con o contro il campo.
Le applicazioni
La tecnologia dei cristalli liquidi ha avuto un grande riscontro in molte aree delle scienze e dell’ingegneria, e in particolare nell’area denominata device technology. Le applicazioni di questo particolare tipo di materiale sono ancora in fase di studio e saranno in grado di disporre soluzioni per molti e differenti problemi.
I cristalli liquidi trovano largo uso ad esempio negli schermi a cristalli liquidi (LCD), che sfruttano le proprietà ottiche di determinate molecole liquido-cristalline. Queste molecole in presenza di un campo elettrico si allineano con esso, alterando la polarizzazione della luce in un determinato senso. Sfruttando questa capacità è possibile filtrare la luce che passa entro appositi pannelli polarizzati.
Un'altra applicazione, che sfrutta le proprietà dei cristalli liquidi colesterici, la si trova in alcuni termometri per la misura della temperatura corporea o dei circuiti elettrici. Questa caratteristica risulta essere estremamente importante in campo medico, in quanto strumenti funzionanti a cristalli liquidi possono essere applicati sulla pelle per definire una sorta di “mappa” della temperatura corporea; in questo modo, per esempio, rilevando colori diversi in questa mappa, si rende possibile la scoperta di tumori, che presentano una temperatura differente rispetto ai tessuti restanti.
Un’ulteriore significativa applicazione attualmente in fase di studio riguarda la creazione e registrazione di immagini ottiche. In questa tecnologia, una cella di cristalli liquidi è situata tra due piastre di materiale fotoconduttore; la luce viene trasmessa attraverso quest’ultimo, in modo tale da aumentare la conduttività del materiale. Ciò crea un campo elettrico che si sviluppa nel cristallo liquido in relazione all’intensità della luce. Il flusso elettrico viene trasmesso da un elettrodo, che permette all’immagine di essere registrata. Questa tecnologia è in fase di sviluppo ed è una delle aree più promettenti della ricerca sui cristalli liquidi.
Ma i cristalli liquidi possono essere utilizzati in un vastissimo range di applicazioni. Per esempio, sono utilizzati in test meccanici per collaudare l’indistruttibilità di materiali posti sotto sforzo, oppure per la visualizzazione di frequenze radio.
Gli LCD
Il display a cristalli liquidi, in sigla LCD (del corrispondente termine inglese "liquid crystal display"), è una tipologia di display a schermo piatto utilizzata nei più svariati ambiti con dimensioni dello schermo che variano da poche decine di millimetri a oltre 100 pollici.
Da circa trent'anni in particolare gli LCD sono utilizzati anche in ambito video, inizialmente nei computer portatili, in seguito anche nei monitor e nei televisori (inizialmente in televisori portatili con schermo di pochi pollici, in seguito anche nei normali televisori con schermi di varie decine di pollici) riuscendo, all'inizio del secolo, insieme al display al plasma, a mandare in pensione il quasi centenario display CRT.
All’interno di uno schermo LCD il liquido è intrappolato fra due superfici vetrose provviste di numerosissimi contatti elettrici con i quali poter applicare un campo elettrico al liquido contenuto. Ogni contatto elettrico comanda una piccola porzione del pannello identificabile come un pixel (o subpixel per gli schermi a colori), pur non essendo questi ultimi fisicamente separati da quelli adiacenti come avviene invece in uno schermo al plasma. Sulle facce esterne dei pannelli vetrosi sono poi posti due filtri polarizzatori disposti su assi perpendicolari tra loro. I cristalli liquidi torcono di 90° la polarizzazione della luce che arriva da uno dei polarizzatori, permettendole di passare attraverso l'altro. Prima che il campo elettrico sia applicato, la luce può passare attraverso l'intera struttura, e, a parte la porzione di luce assorbita dai polarizzatori, l'apparecchio risulta trasparente. Quando il campo elettrico viene attivato le molecole del liquido si allineano parallelamente al campo elettrico, limitando la rotazione della luce entrante. Se i cristalli sono completamente allineati col campo, la luce che vi passa attraverso è polarizzata perpendicolarmente al secondo polarizzatore, e viene quindi bloccata del tutto facendo apparire il pixel non illuminato. Controllando la torsione dei cristalli liquidi in ogni pixel, si può dunque regolare quanta luce far passare.
Una delle caratteristiche principali dei pannelli a cristalli liquidi è il basso consumo di potenza elettrica, che li rende di per sè particolarmente indicati per applicazioni in apparecchiature alimentate da batterie elettriche.

L'ALLUMINIO (Davide Scortegagna)

http://it.wikipedia.org/wiki/Alluminio
Sezioni: Caratteristiche, Applicazioni, Precauzioni.

IL TITANIO (Davide Scortegagna)

http://it.wikipedia.org/wiki/Titanio
Sezioni: Caratteristiche, Applicazioni.

LA CARTA (Davide Scortegagna)

http://it.wikipedia.org/wiki/Carta
Sezioni: Tipi di carta, Applicazioni, Problemi di conservazione.

L'ACCIAIO (Walid Bedoui)

http://it.wikipedia.org/wiki/Acciaio

Sezioni: Acciai di comune impiego in base alla destinazione d'uso, Il mercato dell'acciaio.

LA GHISA (Walid Bedoui)

http://it.wikipedia.org/wiki/Ghisa

Sezioni: Tipi di Ghisa (link).

IL TESSUTO (Francesca Da Rold)

Un tessuto è un manufatto realizzato tramite un intreccio di fili perpendicolari tra di loro, l'operazione necessaria per realizzarlo si chiama tessitura.

È costituito da due elementi: l'ordito o catena, ossia l'insieme di fili tesi sul telaio, e la trama, unico filo che percorre da una parte all'altra l'ordito.

I tessuti fanno la loro comparsa nel neolitico, e segnano nei materiali usati, negli intrecci, nei colori, nelle attrezzature utilizzate per costruirli l'evoluzione culturale e tecnica della civiltà umana.

LAVORAZIONE

La tessitura è l'arte di costruire un tessuto. Si ottiene con l'intreccio dei fili di ordito con quello di trama.

Nel caso del tessuto più semplice, la tela, i fili di ordito (verticali) sono divisi in due serie, quelli pari e quelli dispari, aprendo le due serie, una in alto e l'altra in basso, si ottiene un varco (passo) in cui si inserisce il filo di trama (orizzontale), con lo scambio di posto delle serie, quella che era in alto va in basso e viceversa, si ottiene un incrocio che blocca il filo di trama, questo deve essere battuto, cioè schiacciato, contro la trama precedente andando a costituire il tessuto.

Per costruire un tessuto si possono utilizzare molti mezzi, dai più semplici, un cartone dentellato, alcuni bastoni o una cornice di legno, a quelli più complessi come un telaio jacquard o uno industriale. Ovviamente la resa, cioè la qualità, la complessità e la dimensione del tessuto ottenuto è in relazione con le caratteristiche tecniche del mezzo utilizzato.

Le fibre da cui viene ottenuto un tessuto, possono essere di origine animale, come la lana (di origine ovina) e la seta ( dal baco); oppure di origine vegetale, come lino, cotone, canapa, juta e rafia.

TIPOLOGIE DI TESSUTO

SEMPLICE: Composto da una sola trama e un solo ordito, non presenta decorazioni, alcuni esempi sono la tela, lo chiffon e l'organza.

PICCOLO OPERATO: Ottenuto dalla slegatura di trame consecutive come nel caso di raso, garze, fustagno e tartan.

OPERATO: Viene decorato con intreccio di fili (armatura) e contiene più orditi e più trame, l'esempio più comune di questa lavorazione,è il broccato.

Il broccato, è un tessuto operato, con complessi disegni colorati, realizzato con un telaio Jacquard. Si ottiene inserendo nella tessitura una serie di elementi supplementari sia in ordito che in trama, necessita quindi di più orditi, uno per il fondo e altri per la legatura del disegno, e più trame. È una elaborazione del damasco.

Le trame supplementari si chiamano trame broccate e concorrono a costruire il disegno che si stacca dal fondo di un altro colore. I fili supplementari, sia di trama che di ordito sul rovescio sono liberi e formano delle briglie quando non sono legati, e quindi non compaiono sul diritto, perché non occorrono per il disegno.

Il materiale che lo costituisce è la seta, di titolo finissimo, che lo impreziosisce e gli conferisce l'aspetto lucido, con l'eventuale aggiunta di fili in oro e argento.

L'ordito, però, serve, generalmente a creare tessuti più pesanti e resistenti come la spugna o il velcro, ma anche più ricercati come il velluto.


http://it.wikipedia.org/wiki/Tessuto



CUOIO (Francesca Da Rold)

Il cuoio è un materiale utilizzato fin dall'antichità per la produzione di oggetti.I primi ad utilizzarlo sono stati gli arabi, che in seguito hanno trasmesso questa tecnica in Europa e altre nazioni.
Questo materiale viene ottenuto dalla pelle animale e viene trattato affinché non possa essere soggetto a putrefazione; questo procedimento viene detto "concia".
La pelle grezza (appena scuoiata) come si sa è un materiale organico costituito per la maggior parte di proteine, e inoltre da grassi, sali minerali e acqua. Questa premessa è utile per entrare nell'idea che la pelle, durante la lavorazione, può essere soggetta a diverse problematiche dovute alle condizioni di lavoro che possono essere più o meno gravi, e che si possono presentare poi sulla stessa come "difetti" Solitamente per difetto delle pelli si intende tutto ciò che va ad incidere sulla qualità del prodotto finale in maniera negativa, diminuendone ovviamente il valore di vendita. Tali problemi si possono presentare anche prima della messa in lavorazione del pellame.
I difetti che potremmo trovare possono essere dovuti all'animale stesso oppure alla lavorazione che viene effettuata sul materiale.

LAVORAZIONE
Inizialmente le pelli venivano trattate attraverso l'estratto di quebracho, ottenuto dalla bollitura della corteccia dell'omonima pianta; essa conteneva tannino, sostanza presente negli estratti vegetali capace di combinarsi con le proteine della pelle animale in complessi insolubili, di prevenirne la putrefazione da parte degli enzimi proteolitici e trasformarla in cuoio.

Il metodo attuale di lavorazione della pelle, è stato scoperto nei primi anni del 1900. Prima le tecniche antiche richiedevano alcuni giorni per ottenere un prodotto finito,ma poi si scoprì il cromotrivalente (Cr3+ ottenuto con un metodo di cui si parlerà in seguito). L'effetto che questo minerale provocava sulla pelle era quello di renderla un cartoccio di colore verdognolo, che anche se non presentava delle caratteristiche adatte ad essere commercializzato, in quanto era troppo duro e rigido, aveva comunque il pregio di poter essere prodotto in poche ore. Partendo dunque da questo risultato iniziale, i conciatori riuscirono, nella zona di Arzignano, a modificare la tecnica conciaria in modo tale da evitare questo effetto di "accartocciamento" della pelle, e di produrre cuoi con caratteristiche meccaniche superiori rispetto a quelli conciati al naturale e in minor tempo, per la concia al Cr3+ bastavano infatti circa 4 ore, rispetto agli svariati giorni necessari per la produzione di cuoi con l'ausilio dei tannini.

Durante tutto l'arco del 1900 si assistette poi ad un miglioramento dell'industria conciaria anche dal punto di vista meccanico, che porta all'introduzione di nuovi macchinari nel processo produttivo del cuoio, fra cui importantissimi sono i "bottali". Tali macchinari, permisero di velocizzare di molto i processi lavorativi,essi sono infatti degli enormi cilindri in legno o acciaio, dotati di un meccanismo simile a quello delle attuali lavatrici, la rotazione, quindi, dà movimento alle pelli, che vengono schiacciate, sfregate, piegate, rende più veloce l'assorbimento dei composti chimici. il periodo del boom economico italiano, fra il 1960 e il 1980 circa poi, il paese di Arzignano diventerà un vero e proprio polo conciario a livello mondiale, con un'elevata produzione di cuoio per mezzo di raffinate tecniche, più o meno complesse, di cui si parlerà più avanti. Altri distretti conciari presenti sulla penisola sviluppatisi nel secolo scorso sono il comprensorio del cuoio in provincia di Pisa e di Solofra in provincia di Avellino. Grazie a questi produttori e ad altre realtà locali non inserite in un distretto ma non per questo meno attive, l'Italia si mantiene in testa nella produzione mondiale di cuoio da arredamento, abbigliamento, pelletteria, calzatura e interni auto.

TIPI DI CUOIO

Marocchino - Ottenuto dalla pelle della capra o del montone, risulta un materiale molto morbido e lucido.

Connoly - Il cui nome deriva da una famiglia di conciatori inglesi e viene utilizzato per i rivestimenti degli interni di macchine lussuose come Rolls Royce e Aston Martin.

Bulgaro - Trattato con olio di betulla.

Bollito - Riscaldato in una miscela di cera, gomma, resina e colla.

Rigenerato - Non è altro che quel materiale che, comunemente, viene detto "ecopelle".

Materiale ecologico composto da 80% a 100% di fibre di cuoio (spesso da scarti di cuoio o pelle) che si ottiene con un processo industriale. Il cuoio viene finemente tritato e mischiato a gomma naturale fino ad ottenerne un composto omogeneo che viene lavorato in fogli di diverso spessore. Il prodotto finale al tatto e alla vista è simile alla vera pelle.

Esempi di prodotti che più comunemente sono costruiti con cuoio rigenerato sono oggetti di arredamento rivestito in cuoio: sedie e divani, scrivanie ed accessori, libri, e pelletteria di basso costo come borse, cinture e calzatura.



L'ARGENTO (Gabriella Giampietro)








Caratteristiche

L'argento è un metallo monovalente molto duttile e malleabile, appena più duro dell'oro, con una lucentezza metallica bianca che viene accentuata dalla lucidatura. Ha la maggiore conducibilità elettrica tra tutti i metalli, superiore persino a quella del rame che però ha maggiore diffusione per via del minore costo.L'argento puro, tra i metalli, ha anche la più alta conducibilità termica, il colore più bianco, la maggiore riflettanza della luce visibile (povera invece nel caso della luce ultravioletta) e la minore resistenza all'urto.L'argento è stabile nell'aria pura e nell'acqua pura, ma scurisce quando è esposto all'ozono, all'acido solfidrico o all'aria contenente tracce di composti dello zolfo.L'argento è l'elemento chimico nella tavola periodica che ha simbolo Age e numero atomico 47. È un metallo di transizione tenero, bianco e lucido; l'argento è il migliore conduttore di calore ed elettricità fra tutti i metalli, e si trova in natura sia puro che sotto forma di minerale. Si usa nella monetazione, in fotografia e in gioielleria, in cui è protagonista di una intera branca, l'argenteria, che riguarda coppe, cuccume, vassoi, cornici e posate da tavola.
Applicazioni

L'argento trova principalmente impiego come metallo prezioso ed i suoi alogenuri, in special modo il cloruro d'argento, sono impiegati in fotografia - che ne è l'utilizzo principale in termini di quantità.

Altri possibili utilizzi sono:
- Per produrre contatti ad elevata conduttività in manufatti elettrici ed elettronici, ad esempio i contatti elettrici delle tastiere.
- Per produrre specchi con una maggiore riflettanza; gli specchi comuni sono fatti con l'alluminio.

- Per il suo splendore viene usato per produrre articoli di gioielleria e set di posate e articoli da tavola (l'argenteria), prodotti tradizionalmente con l'argento sterling, una lega che contiene il 92,5% di argento.

- Per la sua malleabilità e la sua non tossicità si usa in lega con altri metalli in odontoiatria.

- Nella produzione di batterie a lunga durata argento-zinco e argento-cadmio.

- Il cloruro d'argento può essere reso trasparente e venire impiegato come cemento per il vetro.
- L'argento è anche un additivo alimentare (E 174), usato come colorante in particolare per caramelle e confetti rivestiti di zucchero, per ottenere un colore metallico.

Per ulteriori informazioni:http://it.wikipedia.org/wiki/Argento

L'ORO (Luca Mattiuzzo)

http://it.wikipedia.org/wiki/Oro

Sezioni: Caratteristiche, Applicazioni, Valore commerciale, Disponibilità, Precauzioni.

IL RAME (Gabriella Giampietro)

Caratteristiche

Elemento metallico marrone-rosso, di simbolo Cu e numero atomico 29.

Ciclo produttivo del rame:



Proprietà ed usi

Il rame fonde a circa 1083°C, bolle a circa 2595°C, ha densità relativa 8,96 g/cm3 e peso atomico 63,546. È caratterizzato da elevata conducibilità termica ed elettrica, buona resistenza alla corrosione, malleabilità, duttilità, ma anche bellezza, e trova quindi moltissime applicazioni.

Utilizzi


- Viene utilizzato prevalentemente per condutture elettriche

- Per fabbricare monete ma anche utensili da cucina, contenitori e oggetti ornamentali


Il rame puro è molto morbido e per essere lavorato deve essere indurito; al contrario le leghe di rame, sono dure e resistenti, hanno elevata resistenza elettrica e di conseguenza non possono essere utilizzate come materiale conduttore. Le più importanti leghe sono l'ottone, una lega di zinco, e il bronzo, una lega di stagno; comunque il rame viene anche utilizzato in lega con oro, argento e nichel, ed è un importante costituente di leghe come il metallo Monel, il metallo per proiettili e l'argento tedesco.

Colore

Il rame e certe sue leghe sono usate per impieghi decorativi, con colorazioni: marrone-rosso, oro e argento. Il colore finale dipende dalla composizione del metallo base, dalla composizione della soluzione, dal tempo di immersione e dall’abilità dell’operatore. La colorazione è innanzitutto un’arte e l’esperienza pratica è indispensabile per sviluppare le attitudini richieste per produrre finiture uniformi desiderate.Le leghe di rame sono colorate chimicamente per migliorare l’aspetto di un prodotto, per procurare un supporto per successivi rivestimenti organici, come per gli ottoni, e per ridurre la riflessione della luce nei sistemi ottici.Per ottenere una colorazione uniforme, è importante che la superficie sia preventivamente pulita e disossidata.

Facilità di lavorazione

Il rame e le sue leghe possono essere facilmente lavorate nelle forme e dimensioni desiderate, utilizzando qualsiasi normale processo di lavorazione (stampaggio, estrusione, forgiatura, laminazione, formatura ad elevate temperature).I manufatti di rame possono subire processi di pulitura, placcatura, per ottenere una gran varietà di superfici funzionali o decorative.

Saldabilità

Il rame e le sue leghe possono essere facilmente assemblate attraverso uno dei vari processi meccanici (aggraffatura, rivettaggio, bullonature), o di saldatura (saldatura a stagno, brasatura, saldatura ad arco), comunemente usati per unire componenti metallici.La saldabilità varia tra le varie leghe per molte ragioni, incluse la formazione di cricche a caldo nelle leghe al piombo e le saldature instabili nelle leghe contenenti ossido di rame.

Stagno e zinco riducono la saldabilità delle leghe di rame; mentre la presenza di residui fosforosi aumenta la saldabilità, in quanto il fosforo si combina con l’ossigeno adsorbito, prevenendo la formazione di ossidi di rame nel cordone di saldatura.La scelta del miglior metodo di giunzione è fatta in base a: requisiti di impiego, configurazione della giunzione, spessore dei componenti e composizione delle leghe.

Riciclabilità

Il rame è perfettamente reciclabile e riciclato pressoché al 100% in tutti i Paesi del mondo. Il 40% dei semilavorati di rame e leghe di rame prodotti in Italia e' ottenuto riciclando rottami. Tale valore corrisponde al 100% dei semilavorati prodotti 30 anni fa (vita media utile dei prodotti di rame e leghe di rame); per questo è possibile affermare che il rame è la materia prima per la quale disponiamo di maggiori riserve, anche se non esistono in Italia miniere da cui estrarlo.A differenza di altri, il rame riciclato ha le stesse caratteristiche chimico-fisiche e tecnologiche del rame primario e quindi non subisce limitazioni di utilizzo o diminuzione di valore.

Lavorazioni meccaniche

Il rame ad elevata purezza è un metallo molto morbido: viene richiesto uno sforzo di taglio di soli 3,9 MPa lungo i piani di scorrimento. Il rame è facilmente deformabile a freddo.Una volta che il moto fluido è iniziato ci vuole una piccola energia per farlo continuare, cosicché grandi cambiamenti di forma o riduzioni di spessore sono possibili in un singolo passaggio, specialmente con flusso continuo.Il rame e molte delle sue leghe rispondono molto bene a deformazioni a freddo sequenziali.Alcune leghe di rame induriscono per lavorazione abbastanza velocemente: per questo c’è un limite nel numero di operazioni che si possono fare prima di dover effettuare un rinvenimento per ammorbidire il metallo.
Leghe di rame
Il modo più comune di catalogare il rame e le sue leghe è quello di individuare sei famiglie: rami, leghe di rame diluite, ottoni, bronzi, leghe cupro-nickel ed alpacche.La prima famiglia, i rami, sono commercialmente puri, contengono meno dello 0,7% di impurezze totali e sono morbidi e duttili.Le leghe di rame diluite contengono piccole percentuali di vari elementi leganti che modificano una, o più, proprietà base del rame.Ciascuna delle famiglie rimanenti contengono uno dei cinque maggiori elementi leganti come ingrediente principale di lega (vedi Tab. 4).

Le leghe a memoria di forma (Shape memory alloys = SMAs) sono materiali che possono essere deformati ad una temperatura, ma quando vengono riscaldati o raffreddati, riprendono la loro forma originaria, per questo tali leghe sembrano presentare una "memoria" della loro forma. Deformazioni dell’ordine del 10% sono pienamente recuperabili. Le leghe che presentano tale effetto solamente quando vengono riscaldate si dice che hanno "memoria di forma ad una via". La sequenza di questa trasformazione è illustrata in fig. 5.
Per chi è particolarmente interessato all'argomento:
http://www.ing.unitn.it/~colombo/RAME_E_SUE_LEGHE/Leghe_di_Cu.htm

ZINCO (Maura Rubin)

Si trova in natura nei materiali sfalerite o blenda (solfuri), nella smithsonite (carbonato), nella calamita (silicato) e nella franklinite (ossidi di zinco, manganese e ferro).
Il metallo ottenuto per riduzione dell'ossido dcon carbone, è di colore arrurrognolo, fragoile a temperatura ambiente, malleabile intorno ai 100-150°C, buon conduttore di elettricità.
Viene impiegao in numerose leghe (ottone, alpacca, bronzo, leghe per saldatura), per la protezione galvanica del ferro, nella preparazione delle lastre (matrici) da stampa e nell'indiustria automobilistica ed elettrotecnica nelle leghe usate per la pressofusione. Tra i composti, l'ossido è usato nella prefabbricazione di prodotti in gomma, pitture, cosmetici, farmaceutici, materie plastiche, saponi, accomulatori; il solfuro si usa per lampade fluorescenti, schermi televisivi e apparecchi per raggi X. Lo zinco è un elemento essenziale per la crescita degli organismi.
Pur non essendo considerato tossico, l'inalazione dell'ossido insuce un disturbo tipico, detto 'raffreddore da zinco'.

OTTONE (Maura Rubin)

lega di colore giallo lucente, contenente rame e zinco ed eventualmente, in quantità secondarie, altri metalli, molto impiegati nell'industria. I diversi tipi sono contraddistinti da un numero che indica la percentuale di rame.

E' soprattutto un materiale da costruzione, con elevate caratteristiche, che in molti casi lo rendono superiore ad altri metalli e materiali, sia per le sue peculiarità, sia per i costi di produzione.

I produttori di particolari metallici, destinati ai più diversi campi di impiego, hanno spesso scoperto che una precisa analisi dei costi benefici, dimostra sorprendentemente, che il più elevato costo della materia prima di partenza, è ampiamente compensato dai costi di produzione, per cui alla fine il pezzo in ottone, a parità di prestazioni, costa decisamente meno.

Settore edile: raccorderia, valvolame, rubinetteria, per la distribuzione di acqua potabile, riscaldamento, condizionamento, antincendio, irrigazione, manigliame, serrature ed elementi di architettura ed arredo;

Settore industriale: raccorderia, valvolame, rubinetteria per la distribuzione di gas compressi e fluidi industriali, minuterie varie per la costruzione di macchine, elementi per la trasduzione di segnali ecc.

settore automobilistico: raccorderia, bulloneria, viteria, elementi per la trasduzione di segnali, morsetteria elettrica e non;

settore elettromeccanico: morsetteria , capicorda, bulloneria e viteria ecc.

Gli alti costi delle materie prime, dell’energia, della protezione ambientale, impongono una riduzione assoluta delle materie prime non riciclabili, o scarsamente riciclabili . In questo senso

l’ottone costituisce un esempio di eccellenza infatti:

- Sfridi di lavorazione: si tratta essenzialmente dei trucioli e delle bave dello stampaggio a caldo, che vengono interamente riutilizzati, con un valore che, contrariamente ad altri metalli, non è molto inferiore al prezzo del semilavorato utilizzato. A riprova di questa affermazione il fatto che è comune in questo settore il contratto di trasformazione, vale a dire che gli sfridi prodotti da una lavorazione vengono trasformati dal produttore in un nuovo semilavorato, al solo costo di trasformazione; quindi il prezzo apparentemente più alto del semilavorato è in molti casi, se si fanno i calcoli, decisamente più conveniente rispetto ad altri metalli o materie prime, il cui riciclo è più difficile quindi più oneroso.

- Energia: l’elevata conducibilità termica dell’ottone, l’impiego di forni elettrici ad induzione con rendimenti molto elevati, consentono un a spesa energetica contenuta, che ad esempio è meno della metà di quella necessaria a produrre un chilogrammo di acciaio.

- Compatibilità ambientale: le tecnologie di fusione producono un basso impatto ambientale che può essere totalmente controllato, inoltre anche in questo caso i sottoprodotti sono convenientemente interamente riciclati.

PIOMBO (Maura Rubin)

In piccolissime quantità, si trova allo stato nativo; il materiale più comune, da cui si ottiene per arrostimento, è la galena;

altri minerali sono il solfato, il carbonato, e l'ossidosalino.

Il metallo è slendente, bianco con riflessi bluastri, molto soffice, duttile malleabile, cattivo conduttore di elettricità, molto resistente alla corrosione, è usato come contenitore di liquidi corrosivi (es. acido solforico).

Può essere indurito per aggiunta di antimonio.

Le principali leghe del piombo sono quelle per saldatura e per vari metalli antifrizione; il metallo e il biossido sono usati in grande quantità nelle batterie.

Il metallo è comunemente usato per rivestimenti di cavi, piombature, per costruire munizioni, armi da fuoco e per preparare il piombo tetraetile, usato come antidetonante nelle benzine.

Il piombo metallico è un ottimo schermo per il suono e le vibrazioni; è inoltre un ottimo schermo per le radiazioni ionizznati e pertanto viene utilizzato per schermare apparecchiature a raggi X e reattori nucleari.

Alcuni composti di piombo sono stati molto usati come pigmenti per l'industtria delle vernici (il carbonato e il solfatocome pigmenti bianchi, il cromato come pigmento giallo e il minio come pigmento rosso); recentamente il loro uso è stato notevolmente ridotto, a causa della tossicità.

L'ossido di piombo è usato nella fabbricazione di cristallo a elevato indice di rifrazione e dispersione, utilizzato nella costruzione di sistemi ottici acromatici.

La sua tossicità e la possibilità di accumulo impongono cautela nel suo uso; i problemi di inquinamento nucleare hanno stimolato programmi governativi internazionali per ridurre la concentrazione di piombo nelle benzine.

Le funzioni dei social network

Le funzioni principali su cui sono sviluppati i social network al giorno d'oggi sono:
1- la socialità
2- lo status update
3- la ricerca delle persone
4- i feed
5- la condivisione
6- repositor
7- la georeferenziazione
8- la temporalità
9- la possibilità di lavorare per topic


1- La socialità (Irene Aurovsky/Anka Munivrana)


La società virtuale e' composta da numerose reti a confini variabili. Infatti e' il singolo che crea numerose reti, che esistono contemporaneamente e si incrociano tra loro. Per cui l'identità di una persona e' posta nel punto di intersezione di più cerchie sociali, ognuna delle quali occupa una diversa posizione e diverso ruolo. Le cerchie sono separate, tangenti e non concentriche a conferma del fatto che, nella società contemporanea, non esiste più una posizione chiave dalla quale derivano tutte le altre; non esiste più un ruolo specifico dal quale derivano tutti gli altri ruoli.
Il complesso delle relazioni, di un individuo va comunque concepito come fluido e dinamico nell'arco della sua vita: esistono relazioni che possono essere importanti in determinati periodi e irrilevanti o assenti in altri momenti. Lo studio delle reti sociali consente di capire come queste siano l’espressione delle strategie messe in atto dagli individui per fare fronte a specifici e particolari bisogni, o problemi. Poiché i bisogni e i problemi sono di diversa natura, variano nel tempo e nell’intensità, affiorano di continuo per poi scomparire, l’individuo tende ad appartenere a più reti contemporaneamente, tra loro diversamente caratterizzate, così come, nell’arco della sua vita, la costellazione delle reti sociali che attraversa tende sempre a modificarsi.
I modelli dell’interazione sociale propongono di considerare gli individui come “social embedded”, influenzati nelle loro decisioni dall’ambiente sociale circostante. In questo senso si fa strada l’idea che i modelli individualistici e fortemente permeati dalla razionalità richiedano un’estensione verso temi di interazione sociale. Avvenendo in un ambiente virtuale, accessibile ad ogni membro della comunità, questa zona di interazione è condivisibile da tutti, per cui si delinea una zona collettiva di sviluppo prossimale che estende i suoi effetti anche al di fuori della singola relazione del discente con un pari o con il Tutor. In qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, ogni partecipante può infatti accedere e intervenire all’interno di uno scambio in atto per dare il suo contributo sulla tematica trattata o il suo punto di vista circa la soluzione di un problema, favorendo così una costruzione collaborativa di conoscenza che investe direttamente gli attori coinvolti nell’interazione e, indirettamente, l’intera comunità. L’interazione fra i membri della comunità virtuale (Knowledge Building Community) è dunque l’elemento essenziale del processo sociale di costruzione di conoscenza e fa sì che i singoli partecipanti divengano costruttori attivi di conoscenza. Strettamente correlato al processo di costruzione di conoscenza, e ulteriore elemento caratterizzante queste comunità virtuali, è il concetto di identità.
La perifericità contraddistingue la situazione di un nuovo membro che, entrando a far parte della comunità, in un primo momento si pone nella posizione di “osservatore”, per cercare di comprenderne le pratiche in essere e le modalità di partecipazione e negoziazione. Gradualmente, egli parteciperà sempre più attivamente agli scambi, costruendo relazioni interpersonali e di gruppo durature, e assumerà oneri e responsabilità maggiori, trasformando così la sua posizione da “periferica” a “centrale” e accrescendo la sua visibilità all’interno della comunità virtuale.
Per descriver le proprietà strutturali della rete di relazioni che caratterizzano una comunità e il ruolo dei singoli nelle interazioni di gruppo ci sono le caratteristiche strutturali :
Densità- per esempio E-mail o chat
Inclusione- Facebook
Connettività- Myspace
Equivalenze strutturale- Giochi virtuali in gruppi
Centralità e centralizzazione- Blog
Coesione- Web forum


2- Status update (Gabriele Biancat/Manuel Nurra)

Lo status update, o chiamato anche micro-blogging, è una forma di pubblicazione costante di piccoli contenuti in rete, sotto forma di messaggi di testo (normalmente fino a 140 caratteri) riguardanti il proprio stato d'animo, quello che si sta facendo ecc. Si possono pubblicare oltre a testi, immagini, video, audio mp3 ma anche citazioni.
Questi messaggi vengono pubblicati in un servizio di social network e sono visibili a tutti o solo alle persone della propria community.
I messaggi riguardano: cronaca per istantanee, flash di informazioni, socialità e business, amicizia e politica. Il più popolare che fornisce questo servizio è Twitter lanciato a giugno del 2006; ora social networks come facebook e myspace hanno adottato lo status update.
Per esempio su facebook questo servizio funziona tramite un riquadro dove è possibile inserire del testo; sopra di questo c'è la frase “a cosa stai pensando?”. L'utente clicca sullo spazio dedicato e può pubblicare oltre ad un messaggio scritto da lui,anche dei link a siti vari, foto o video. Una volta fatto questo si clicca sul pulsante “condividi” a fianco e tutti i membri della propria community potranno vedere questo aggiornamento.


3- Ricerca delle persone (Alberto Cafaro)

I social network sono delle reti formate da legami interpersonali. Alla base dei Social Network c’è la teoria dei 6 gradi di separazione: ognuno di noi sarebbe cioè legato a tutti gli altri individui del mondo attraverso un massimo di 6 persone; vale a dire: tra me e il Presidente degli Stati Uniti d’America ci sono 5 intermediari soltanto. Alcuni SN sono più “generalisti”, non hanno cioè un argomento od uno scopo specifico alla base; ne sono esempi My Space e Facebook. Altri nascono invece per coprire un ambito molto specifico, come ad esempio LinkedIn, che aiuta a sviluppare relazioni di lavoro, oppure Anobii, dedicato agli amanti della lettura, o Flickr, su cui si possono caricare le proprie fotografie o ancora You Tube, in cui si possono creare playlist dei propri video preferiti, sottoscrivere “abbonamenti” a canali creati da altri utenti. Tuttavia possiamo individuare alcune caratteristiche comuni a tutti:
- Scheda personale: ogni membro può creare una propria scheda riempiendola delle informazioni che desidera. Le informazioni sono generalmente legate all’ambito di azione di quel SN. Così ad esempio su Facebook inserirò dati generici sul mio profilo, il mio curriculum, perfino le mie credenze religiose, convinzioni politiche e preferenze sessuali (se lo vorrò fare). Al contrario su Anobii potrete vedere la mia libreria, i libri che ho letto e sto leggendo, i miei commenti, ecc.
Connessioni con amici: quando si individuano persone che si conoscono nella vita reale o virtuale, è possibile connettersi ad esse, aggiungendoli come amici.
Diversi livelli di accesso ai profili: generalmente nei SN posso scegliere che cosa voglio che gli altri vedano di me e dare differenti possibilità a persone diverse. Ad esempio potrei non volere che il mio capo veda le foto dell’ultimo sabato sera con gli amici, ma che i miei amici invece le vedano e le commentino.
Strumenti di comunicazione: tutti i SN hanno strumenti di comunicazione diversi, dalla possibilità di inviare messaggi privati ad altri utenti a quella di lasciare messaggi pubblici che tutti possono vedere. Motori di ricerca delle persone: le relazioni tra le persone sono il motore principale dei SN, perciò tutti hanno strumenti per facilitare la ricerca delle persone che si conoscono. Generalmente si può cercare tra i contatti delle persone con cui si è connessi oppure inserire la propria rubrica di posta elettronica o anche suggerire ad altri persone che potrebbero conoscere, ecc.
In un certo senso i SN riportano un po’ all’essenza primaria di Internet, quella di essere una grande piazza che facilita gli scambi di idee, informazioni o anche solo chiacchiere.
www.ictv.it/file/vedi/395/social-network
Social network in azienda una sfida per i manager
Servono appunto a identificare dei talenti e, soprattutto, a capire se l'organizzazione disegnata a tavolino corrisponde a quella reale. Si era partiti con obiettivi più modesti. Un esperto informatico milanese che è un patito di social network dice: «L'idea iniziale era quella di mettere insieme una sorta di «macchinetta del caffè virtuale». Come tutti sanno in azienda si fa amicizia, ci si conosce, alla macchinetta del caffè. Solo che quando un'azienda ha magari tre mila dipendenti e dieci sedi nel mondo, questo diventa impossibile. Ecco allora che il social network diventa un buon sostituto. Chi vuole, entra nel network consegnando un suo profilo e lì, in Rete, incontra quelli che in azienda hanno le sue stesse competenze o le sue stesse passioni. Si consigliano libri a vicenda, letture, discutono dei problemi. All'apparenza può sembrare un'attività inutile, ma non è così. In parte è anche uno svago, ma non è solo questo». In realtà, gli sviluppi sono molti e anche esplosivi. Al punto che il meccanismo va maneggiato con molta cura (da parte delle direzioni aziendali). Va anche detto subito che il sistema del social network è molto utile soprattutto in aziende «leggere», dove si producono idee, non certo nell'industria pesante. E allora c'è il caso di un'industria informatica milanese (la Stm, una delle prime a aver usato il social network in Italia). Il network venne messo a disposizione di alcuni reparti chiave, non di tutta l'azienda. E in una prima fase si trattava di una sorta di servizio per i dipendenti, che potevano appunto usarlo come «macchinetta del caffè virtuale», scriversi, scambiarsi opinioni, consigliarsi. Ma, a un certo punto l'azienda decise di infilare nel network tre domande molto semplici. La prima era: «A chi ti rivolgi quando hai un problema?». La seconda era l'opposto: «A chi ti rivolgi quando hai un'idea?» La terza era: «cosa fai quando il tuo capo ti manda a quel paese?» (semplifico, ovviamente). Basta riflettere su queste tre semplici domande per capire gli obiettivi dell'azienda. Scoprire se l'organizzazione disegnata sulla carta, con i suoi capi e sottocapi ufficiali, aveva qualche rapporto con l'organizzazione reale dei vari gruppi. Dall'esame delle risposte, in sostanza, è emersa una «mappa» dei rapporti interni all'azienda diversa da quella disegnata a tavolino. I responsabili di questo lavoro (fatto in collaborazione con i ricercatori della Carnegie Mellon di Pittsburgh) affermano di avere spostato persino alcuni dipendenti da Milano a San Diego perché dall'esame delle risposte era uscito che si erano creati dei gruppi di lavoro autonomi (e molto ben affiatati) che avevano appunto alcuni membri a Milano e altri in America. Oggi sono disponibili alcuni software molto sofisticati (e non alla portata di tutti) che fanno un lavoro incredibile. Una volta stabiliti quali sono i partecipanti al network aziendale, il programma registra i flussi di informazione fra i vari partecipanti al network. Dopo un certo periodo di tempo il programma elabora una mappa dei rapporti reali all'interno dell'azienda. I vari soggetti sono rappresentati da dei cerchi che hanno diametri diversi a seconda della quantità di scambi che hanno con altri. Il programma, in genere, tiene conto degli scambio «elettronici», quindi e-mail e instant messaging. In più la cosa può essere perfezionata tenendo anche conto dei programmi che i singoli soggetti usano, e questo perché si parte dal presupposto che chi usa gli stessi programmi ha qualcosa in comune. In questo modo, ad esempio, si scopre (e con una certa facilità) quali sono i veri leader della comunità, i veri «talenti» ai quali di preferenza la gente si rivolge per scambiare informazioni o per chiedere aiuto. Il meccanismo, però, funziona anche a rovescio. Si può scoprire, ad esempio, che c'è un capo ufficio al quale si rivolge pochissima gente: probabilmente perché è uno che non sa o che non è disponibile.


4- Feed (Federico Floriani)

l feed web è un’unita di informazioni formattata secondo specifiche (di genesi XML) stabilite precedentemente. Ciò per rendere interoperabile ed interscambiabile il contenuto fra le diverse applicazioni o piattaforme.
Un feed è usato per fornire agli utilizzatori una serie di contenuti aggiornati di frequente. I distributori del contenuto rendono disponibile il feed e consentono agli utenti di iscriversi. L’aggregazione consiste in un insieme di feeds accessibili simultaneamente, ed è eseguita da un aggregatore Internet.
L’uso principale dei feed RSS (detti anche flussi RSS) attualmente è legato alla possibilità di creare informazioni di qualunque tipo che un utente potrà vedere molto comodamente, con l’aiuto di un lettore apposito, nella stessa pagina, nella stessa finestra, senza dover andare ogni volta nel sito principale. Questo è dovuto al fatto che il formato XML è un formato dinamico.
Il web feed presenta alcuni vantaggi, se paragonato al ricevere contenuti postati frequentemente tramite email:
Nell’iscrizione ad un feed, gli utenti non rivelano il loro indirizzo di posta elettronica. In questo modo non si espongono alle minacce tipiche dell’email: lo spam, i virus, il phishing, ed il furto di identità.
Se gli utenti vogliono interrompere la ricezione di notizie, non devono inviare richieste del tipo “annulla la sottoscrizione”; basta che rimuovano il feed dal loro aggregatore.
I FEED IN UN SOFTWARE
Includere un feed in un software è un’operazione di grande facilità. Basta copiare l’indirizzo (Url) del feed e incollarlo all’interno del feed reader preferito. Molti feed reader, gratuiti e a pagamento, si trovano all’interno della categoria Rss di download di HTML.it.
I FEED READER
I lettori di feed sono programmi da scaricare ed installare sul proprio computer. Eccone alcuni:
· FeedReader lettore di feed per Windows, essenziale e semplice da utilizzare.
· NetNewsWire per Mac.
· Straw per Linux.
· RSSOwl, disponibile per tutti i principali sistemi operativi.
I WEB AGGREGATOR
Oltre ai programmi scaricabili, esistono programmi utilizzabili attraverso il web, col vantaggio di poter visualizzare i vostri feed preferiti in qualsiasi momento e da qualsiasi computer.I web aggregator più famosi sono:
· Bloglines.
· News Gator
· Google Reader, il reader di Google (per utilizzarlo occorre un account Gmail).
· Mio Yahoo!, il reader di Yahoo! (anche in questo caso occorre un account di posta con Yahoo!).
http://www.rss-world.info/


5- Condivisione (Isil Sati)

Social networking: condivisione dei tools per sviluppatori

Bebo, Facebook, LinkedIn, MySpace, progettano una condivisione dei tools per sviluppatori con lo scopo di dominare il settore dei social networking.
I siti più famosi di social networking quali Bebo, Facebook, Meebo, MySpace e Friendster hanno deciso di condividre i tools delle proprie interfacce per permettere agli sviluppatori di software di utilizzare il proprio codice da un sito all’altro con estrema facilità.
L'alleanza tecnologica proposta dai più importanti social network quali Bebo, Facebook, Meebo, MySpace e Friendster, nasce dalla volontà di dominare il settore e di difendersi quindi dai competitors.
Già i tools utilizzati per l’interfaccia di Bebo funzionano con lo stesso sistema di sviluppo già annunciato da Facebook. Ciò consente agli sviluppatori che hanno scritto applicazioni per Facebook di usare il loro codice quasi invariato per il network Bebo.
Grazie alla facilità con cui gli sviluppatori potranno aggiungere applicazioni ai vari siti delle community, queste ultime verranno implementate di volta in volta, sempre più semplicemente, garantendo anche agli utenti delle attività extra come aggiungere video e music clip ai loro profili.
Nonostante la condivisione tecnologica tra Bebo e Facebook i due social site non intendono diventare un network unificato.
Ciò che invece hanno dichiarato la maggior parte di questi siti è il loro supporto all’iniziativa di Google, Open social, che ha lo scopo di creare un sistema unificato di tools che possono essere usati su ognuno di questi siti.
I siti che sostengono l’iniziativa sono Bebo, Facebook e MySpace, mentre Meebo ha dichiarato di non avere progetti al riguardo.


6- Repositor (Francesca Toso)

Nel contesto di analisi delle funzioni dei social network analizziamo brevemente la loro funzione di archivi.
Prendiamo come esempi quattro community tra le più conosciute che sono state costruite attorno a campi differenti:
YouTube, che permette la condivisione di video;
Last.fm, che permette la condivisione di musica;
Anobii, che permette la condivisione di libri;
Facebook, che permette la condivisione di persone.
L'organizzazione dei siti possiamo raggrupparla a “coppie”: per l'uso di Anobii e YouTube non è
necessaria l'iscrizione, ma in tal caso non si possono considerare siti con la funzione di archiviazione, mentre per Facebook e Last.fm l'iscrizione è obbligatoria.
Una volta effettuata la registrazione gratuita, aver confermato la mail e tutte le varie routine, si ha accesso alla pagina del proprio Profilo.
In ciascuno di questi siti l'utente può scegliere di definire i propri interessi e richiedere la
segnalazione di aggiornamenti via e-mail, stringere amicizie, seguire certi temi piuttosto che altri e condividere dati propri.
Ad esempio, Last.fm che si basa sulla condivisione della musica, propone all'utente di cercare un
genere o un'artista per ascoltare in streaming alcune delle sue canzoni, dopodiché offre all'utente
una serie di dati di artisti simili. Allora l'utente sceglie se l'artista simile gli piace e lo segnala, verrà
segnalato ad altri utenti che hanno effettuato una scelta simile alla sua e sarà possibile risalire a
questa scelta tramite il proprio profilo.
Allo stesso modo, YouTube propone una serie di video a random nella sua pagina iniziale e mette a disposizione una barra di ricerca libera: l'utente cerca un argomento, un artista o altro e viene
portato a scegliere tra diversi video. Durante la visualizzazione di questi, l'utente è libero di
aggiungere il video a delle preferenze, a votare il video e a cercare video correlati o video pubblicati da una persona, tutti i dati verranno registrati nel suo profilo e vi potrà risalire in ogni momento.
Anobii richiede la creazione di una libreria virtuale dove si possono registrare libri letti, da leggere, in lettura o desiderati. Attraverso queste librerie vengono segnalati utenti che hanno magari letto gli stessi libri, e si può arrivare allo scambio, al prestito di libri o a degli incontri.
Facebook allo stesso modo dà la possibilità di conoscere persone o ritrovare vecchie conoscenze, e attraverso diversi strumenti si possono trovare amici in comune o stringere amicizie a seconda della città in cui si vive, del proprio posto di lavoro e simili. Inoltre è possibile iscriversi a gruppi di interesse o diventare fan di qualcuno o qualcosa, in tal modo ogni aggiunta o modifica a tali pagine verrà segnalato, permettendo all'utente un aggiornamento costante.


8- Georeferenziazione (Mizzaro Cinzia/Matteo Gazzola)

La geolocalizzazione è l'abbinamento ad un documento fotografico, tipicamente una mappa satellitare, di coordinate geografiche che consentono di localizzare il punto esatto della superficie terrestre. I dati consistono in latitudine, longitudine e a volte viene anche riferita l'altezza sul livello del mare.
La geolocalizzazione di un documento o di una immagine è possibile inserendo manualmente i dati oppure in modo automatico qualora il dispositivo sia dotato di collegamento GPS.
Nel caso di una fotografia può identificare la località che viene ripresa nell'immagine, mentre nel caso di un documento può riguardare sia il luogo nel quale è stato prodotto, che il luogo argomento del documento. Per documento si può intendere sia un testo, ma soprattutto un dato riguardate un
luogo di interesse culturale o sociale, un locale pubblico come un cinema o un ristorante, un luogo di utilità, oppure semplicemente del riferimento dei dati della posizione di un persona.
In quest'ultimo caso abbiamo la possibilità di rintracciare persone che partecipino allo stesso sito di
socializzazione o con interessi comuni, già conosciute o che potrebbero essere interessate alla reciproca conoscenza.

TECNOLOGIA UTILIZZATA
La tecnologia per la localizzazione è il GPS, un sistema di posizionamento geografico che utilizza una rete di 24 satelliti che coprono l'intera superficie della Terra, ciascuno dei quali trasmette continuamente un segnale radio digitale che contiene la sua esatta posizione ed un segnale orario, derivato da un orologio atomico.
Il dispositivo GPS, ricevendo il segnale di tre satelliti e calcolando sia la posizione relativa rispetto ai tre ed il tempo trascorso dall'emissione del segnale alla sua ricezione, ricava la longitudine e latitudine a cui si trova.
Se il dispositivo può ricevere il segnale di quattro satelliti, riesce anche a ricavare l'altitudine, questo però avviene solo in posizioni ottimali dove il ricevitore riesce a captare tutti i 4 satelliti necessari.
I dispositivi GPS, abbinati a mappe digitali del terreno o stradali, consentono quindi la precisa identificazione di una posizione e l'elaborazione di percorsi. Possono essere utilizzati in tutti i mezzi di trasporto, dalle automobili ai camion, agli aerei, o anche da una singola persona che cammina.

APPLICAZIONI AI SOCIAL NETWORK
La principale applicazione che la geolocalizzazione può avere in un network è quella di localizzare la posizione predefinita o in live di un utente (collegando questa a tutte le funzioni ad esempio ritrovabili in google maps come rintracciare luoghi o siti d'interesse in un raggio predefinito rispetto alla posizione dell'utente).
Già ora è possibile inviare la propria posizione da e verso i social network Dopplr, Plazes, Lightpole, Metosphere, Navizon e alcuni plug-in per Firefox e Movable Type.
I social che invece utilizzano il sistema di geolocalizzazione come una delle funzioni principali sono ancora agli albori e la maggior parte in versione beta. Tra questi troviamo:
-Brighkite: un'applicazione web location-based che ha in particolare, la possibilità di vedere in tempo reale dove sono i propri amici e quello che stanno facendo, basandosi su post, foto e video scattati al momento e pubblicati. Inoltre sono note le impostazioni di privacy dello stesso portale per poter permettere la funzionalità di condividere gli incontri con gli amici nelle vicinanze; la piattaforma è disponibile anche per i dispositivi mobile come l'i-phone e lo smart-phone BlackBerry RIM.
-Looptc social network per cellulari con Gps che permettono di monitorare gli spostamenti degli amici, e di evidenziare i punti di interesse prossimi all'utente;
-Map movie : è un'applicazione che legge i profili di tutti gli amici dell'utente e ne determina la loro posizione tracciando il luogo su Google Maps.
-Google Latitude: è una nuovissima tool nel campo della telefonia mobile che consente di mappare in tempo reale se stessi e gli amici (o componenti familiari). Messo a disposizione subito in 27 paesi nel mondo (Italia compresa), una volta effettuato il login potrete invitare i vostri contatti Google a condividere la vostra posizione. Potrete vedere direttamente sulle Mappe l'icona dei vostri amici posizionata (in un'area approssimativa) in cui si trovano e con un semplice clic contattarli via email o SMS.
-MicrosoftVine: con questa applicazione l'utente ha la possibilità di sapere quello che accade alle persone della sua cerchia di amici, ma soprattutto intorno a loro. Attivo al momento negli Stati Uniti, il sistema unisce i dati in arrivo dai social network, tra cui Facebook e Twitter, a quelli di 20.000 testate locali e agli annunci di pubblica sicurezza delle istituzioni governative USA.
In questo modo l'utente può sapere non solo cosa stanno facendo i propri amici, ma anche cosa sta succedendo nel contesto intorno a loro ed eventualmente comunicare con essi tramite email, sms o instant messaging. In caso, ad esempio, gli avvisi governativi mettano in allerta la popolazione per un particolare evento naturale, con Microsoft Vine l'utente può sincerarsi che tutti i suoi amici che si trovano in zona ne siano a conoscenza.
-Un nuovo progetto della Carnegie Mellon University ha come oggetto un software in grado di riconoscere i monumenti caricati su Flickr e di geolocalizzarli sulla mappa, permettendo così un'operazione di geotagging automatica e completamente trasparente all'utente, e un nuovo modo di navigare le informazioni per prossimità territoriale. Una frontiera di cui il settore più interessato è certamente quello turistico.
Di seguito un link ad una tesi su una realizzazione J2ME per la georeferenziazione di utenti all’interno di una mobile community GECO MOBILE.


9- Temporalità (Giada Mialich/Elisabetta Viola)

La moralità ai «tempi» di Twitter
Uno studio analizza l'attitudine del cervello a elaborare pensieri «etici» alla velocità dei nuovi media «sociali»
Il simbolo del social network Twitter
Ci vuole tempo, calma e spirito riflessivo per prendere decisioni giuste in situazioni che abbiano una valenza morale. Il che significa che nell’era di Facebook e di Twitter tutto è più difficile e si rischia di prendere delle cantonate in termini etici. Perché la velocità è nemica del senso morale, che ha bisogno per sua natura dei suoi tempi di decantazione. A sostenere questaverità non è solo il buon senso, ma uno studio di neuroscienziati del Brain and Creativity Institute della University of Southern California guidati da Antonio Damasio. I ricercatori hanno studiato le emozioni collegate al senso etico, passando in esame la paura e il dolore, l’ammirazione e la compassione e sostenendo, come precisa Mary Helen Immordino-Yang (una delle prime autrici dell’articolo) che le decisioni che sono legate a questo tipo di emozioni vengono elaborate lentamente.
LO STUDIO – Gli scienziati californiani hanno monitorato l’attività cerebrale di tredici volontari, osservando con tecniche di visualizzazione neurologica le risposte del cervello in concomitanza di racconti che si riferivano a storie di vita intense, in grado di risvegliare emozioni primarie. Quanto impiega il cervello umano per formulare una risposta di fronte a una storia che suscita apprezzamento o partecipazione dolorosa? In media, monitorando i volontari, i neuroscienziati hanno riscontrato un tempo di reazione del cervello umano che vai dai sei agli otto secondi prima di elaborare una risposta completa a emozioni profonde di ammirazione o di sofferenza. Ma alla lentezza si accompagna anche una solidità e una longevità della risposta.
CONCLUSIONI – I risultati di questo studio, che verrà pubblicato sulla prossima edizione online di Proceedings of the National Academy of Sciences e che si intitola Neural Correlates of Admiration and Compassion, portano inevitabilmente a considerare i tempi delle scelte che hanno una valenza etica, partendo proprio da quello che è il tempo fisiologico di reazione del cervello umano a fronte di un’emozione legata a una scelta morale. Appare chiaro che i tempi della comunicazione digitale non sempre rispettano quelli umani e nel caso di azioni e reazioni con implicazioni etiche questa disparità diventa particolarmente vistosa. Il costo emotivo della tempesta di informazioni che subiamo, specie in un cervello ancora in formazione, è troppo alto nell’era dei social network.
• Le relazioni sociali nella società dei media e della comunicazione, si sviluppano secondo processi e dinamiche che non possono prescindere dal canale in cui si svolgono. Se ne era accorto per primo, e molti anni fa, McLuhan con il suo ben noto “il medium è il messaggio”.
Non si sottrae a questa regola neppure il social networking, fenomeno in crescita del cosiddetto web2.0, che vive e si diffonde tramite il Internet, ed in particolare quei siti che per le forme di interazione che rendono possibili, consentono lo svilupparsi di relazioni tra gli utenti. Si pensi a Facebook, o Myspace, per citare i casi più noti.
Per i rapporti interpersonali che si sviluppano in questi contesti, capita spesso di utilizzare l’aggettivo virtuale, poiché esse hanno luogo in un ambiente digitale, non fisico; si rischia per questo di incorrere nell’errore di ritenere tali relazioni meno concrete, reali, e cariche di significato. E’ successo anche qui, tra i lettori di Appunti Digitali. Soprattutto da parte di chi non ha provato affatto ad utilizzare un social network, o lo ha fatto dedicandovi non sufficiente attenzione, c’è la tendenza a svalutare, se non denigrare, il social networking. Invece instaurare e sviluppare relazioni - amicizie, rapporti di lavoro, sentimentali, o di qualsiasi genere - è una realtà dei nostri tempi, specchio di una società complessa in cui i rapporti sono sempre più mediati, nel senso che si svilluppano tramite un medium (mezzo).
E’ una esigenza tipica delle generazioni figlie della televisione, quella di rappresentare le proprie azioni, renderle in un certo senso più reali tramite la condivisione: le foto di Facebook o i video di youtube. Questo comportamento non è deviante, o per lo meno non lo è nella sua forma più istintiva ed innocente; certo, in alcuni casi lo può diventare, ma decine di migliaia di ragazzi, adolescenti e meno giovani, lo fanno per puro divertimento e spirito di condivisione delle esperienze, senza commettere alcun reato o bravata che li faccia finire al telegiornale della sera.
Il social networking dunque, è una moderna forma dello stare insieme, e visto che questo non accade più attorno al focolare domestico da diversi anni ormai, sarà il caso per gli adulti, e per chi fosse rimasto indietro, di attrezzarsi a comprendere tale forma di comunicazione, se non altro per essere in grado di tutelare i propri figli da eventuali rischi, che come sempre, non vengono dal mezzo, ma da chi lo usa per fini non leciti.
La temporalità è una delle caratteristiche dei social network perché permette di intrattenere un contatto tra le persone immediato. Qualsiasi persona può sapere in tempo reale dove e cosa stia facendo un determinato amico o conoscente anche senza vederlo fisicamente.
La maggior parte dei social network ne sono l’esempio perché sfruttano la rete per mantenere un contatto diretto tra le persone, da facebook a twitter a myspace etc..


10- Lavorare per topic (Francesco Leoni)


La condivisione di informazioni è certamente l’atteggiamento fondante della politica dell’ormai famigerato “villaggio globale” teorizzato dallo studioso Mc Luhan. Il continuo sharing tra i suoi abitanti sta rivoluzionando la realtà intorno a noi, rendendo obsoleti molti supporti che erano precedentemente i veicoli delle informazioni connotanti la nostra quotidianità: cd, dvd, libri, giornali...la differenziazione dei media scompare a poco a poco per riunire tutti questi “canali” in un unico grande agente di informazione, il cui controllo, essendo esercitato da tutti, di fatto non è esercitato da nessuno. Un unico canale per un unico sapere: un’unica cultura di massa. Proprio di cultura di massa parla il celebre semiologo Umberto Eco nel suo altrettanto celebre libro “Apocalittici ed integrati” del 1964, che pur non riferendosi per questioni cronologiche al fenomeno del web in particolare, individua una tendenza che è ad esso facilmente associabile: l’omologazione della cultura. I valori culturali che sono disponibili sulla rete sono necessariamente portati tutti sullo stesso piano per poter essere soggetti allo sharing, ed essere dunque fruibili da tutti. Questo consente grandi vantaggi nel senso di una diffusione delle informazioni “democratica” (Wikipedia per esempio), ma può portare ad un impoverimento delle stesse nozioni, trattate in maniera non estesa bensì per pochi punti o argomenti chiavi: i topics (in inglese argomenti). Non si vuole qui dire che lavorare per topics significhi creare una cultura più “bassa” di quella accademicamente accettata fino ad oggi: lavorare per topics è un atteggiamento ben preciso di ricerca delle informazioni e di ragionamento logico induttivo (partendo dal singolo si cerca di comprendere il contesto), non applicabile solamente sulla rete. Esso è però una ricerca per “sintesi” delle informazioni che l’utente cerca, le quali possono essere poi approfondite in seguito a seconda delle esigenze. Nel caso dei siti dedicati al social networking il processo di ricerca per topics è vantaggioso poiché sotto questi topics si riunisce un gruppo, e la sinergia che ne deriva è foriera per tutti di nozioni e informazioni utili. Attenzione però: le nozioni che derivano dai vari utenti sono frutto di una ricerca esterna al web, che difficilmente sarebbe efficace se fosse stata condotta per topics e non in maniera estesa, e molte volte essa deve ridursi, per i motivi detti sopra, a delle forme e ad un lessico elementari. I social network hanno l’infinita potenzialità culturale che deriva dalla condivisione di informazioni, che una volta era solo prerogativa di altri canali e luoghi fisici come le università; responsabilità degli utenti è mantenere alto il livello e la forma di questa cultura condivisa (alcune pagine di Wikipedia si stanno già ponendo a un diverso grado di approfondimento) poiché lavorare per topics deve diventare un approccio facile per tutti alla ricerca, nonché una forma di aggregazione, ma non può sostituire quella conoscenza poliedrica e globale che si ottiene attraverso la fruizione di più supporti comunicativi, a volte estranei al “villagio globale”. Ecco dunque che interviene l’idea di “etica del social network” da un punto di vista culturale in quanto esso ha ormai una importante influenza in questo campo: chissà se in futuro sarà consentita l’istituzione di figure professionali e qualificate affinché espletino questa mansione di redigere le informazioni condivise in maniera che si acceda ad un sapere “di alto livello”?