domenica 24 maggio 2009

Le funzioni dei social network

Le funzioni principali su cui sono sviluppati i social network al giorno d'oggi sono:
1- la socialità
2- lo status update
3- la ricerca delle persone
4- i feed
5- la condivisione
6- repositor
7- la georeferenziazione
8- la temporalità
9- la possibilità di lavorare per topic


1- La socialità (Irene Aurovsky/Anka Munivrana)


La società virtuale e' composta da numerose reti a confini variabili. Infatti e' il singolo che crea numerose reti, che esistono contemporaneamente e si incrociano tra loro. Per cui l'identità di una persona e' posta nel punto di intersezione di più cerchie sociali, ognuna delle quali occupa una diversa posizione e diverso ruolo. Le cerchie sono separate, tangenti e non concentriche a conferma del fatto che, nella società contemporanea, non esiste più una posizione chiave dalla quale derivano tutte le altre; non esiste più un ruolo specifico dal quale derivano tutti gli altri ruoli.
Il complesso delle relazioni, di un individuo va comunque concepito come fluido e dinamico nell'arco della sua vita: esistono relazioni che possono essere importanti in determinati periodi e irrilevanti o assenti in altri momenti. Lo studio delle reti sociali consente di capire come queste siano l’espressione delle strategie messe in atto dagli individui per fare fronte a specifici e particolari bisogni, o problemi. Poiché i bisogni e i problemi sono di diversa natura, variano nel tempo e nell’intensità, affiorano di continuo per poi scomparire, l’individuo tende ad appartenere a più reti contemporaneamente, tra loro diversamente caratterizzate, così come, nell’arco della sua vita, la costellazione delle reti sociali che attraversa tende sempre a modificarsi.
I modelli dell’interazione sociale propongono di considerare gli individui come “social embedded”, influenzati nelle loro decisioni dall’ambiente sociale circostante. In questo senso si fa strada l’idea che i modelli individualistici e fortemente permeati dalla razionalità richiedano un’estensione verso temi di interazione sociale. Avvenendo in un ambiente virtuale, accessibile ad ogni membro della comunità, questa zona di interazione è condivisibile da tutti, per cui si delinea una zona collettiva di sviluppo prossimale che estende i suoi effetti anche al di fuori della singola relazione del discente con un pari o con il Tutor. In qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, ogni partecipante può infatti accedere e intervenire all’interno di uno scambio in atto per dare il suo contributo sulla tematica trattata o il suo punto di vista circa la soluzione di un problema, favorendo così una costruzione collaborativa di conoscenza che investe direttamente gli attori coinvolti nell’interazione e, indirettamente, l’intera comunità. L’interazione fra i membri della comunità virtuale (Knowledge Building Community) è dunque l’elemento essenziale del processo sociale di costruzione di conoscenza e fa sì che i singoli partecipanti divengano costruttori attivi di conoscenza. Strettamente correlato al processo di costruzione di conoscenza, e ulteriore elemento caratterizzante queste comunità virtuali, è il concetto di identità.
La perifericità contraddistingue la situazione di un nuovo membro che, entrando a far parte della comunità, in un primo momento si pone nella posizione di “osservatore”, per cercare di comprenderne le pratiche in essere e le modalità di partecipazione e negoziazione. Gradualmente, egli parteciperà sempre più attivamente agli scambi, costruendo relazioni interpersonali e di gruppo durature, e assumerà oneri e responsabilità maggiori, trasformando così la sua posizione da “periferica” a “centrale” e accrescendo la sua visibilità all’interno della comunità virtuale.
Per descriver le proprietà strutturali della rete di relazioni che caratterizzano una comunità e il ruolo dei singoli nelle interazioni di gruppo ci sono le caratteristiche strutturali :
Densità- per esempio E-mail o chat
Inclusione- Facebook
Connettività- Myspace
Equivalenze strutturale- Giochi virtuali in gruppi
Centralità e centralizzazione- Blog
Coesione- Web forum


2- Status update (Gabriele Biancat/Manuel Nurra)

Lo status update, o chiamato anche micro-blogging, è una forma di pubblicazione costante di piccoli contenuti in rete, sotto forma di messaggi di testo (normalmente fino a 140 caratteri) riguardanti il proprio stato d'animo, quello che si sta facendo ecc. Si possono pubblicare oltre a testi, immagini, video, audio mp3 ma anche citazioni.
Questi messaggi vengono pubblicati in un servizio di social network e sono visibili a tutti o solo alle persone della propria community.
I messaggi riguardano: cronaca per istantanee, flash di informazioni, socialità e business, amicizia e politica. Il più popolare che fornisce questo servizio è Twitter lanciato a giugno del 2006; ora social networks come facebook e myspace hanno adottato lo status update.
Per esempio su facebook questo servizio funziona tramite un riquadro dove è possibile inserire del testo; sopra di questo c'è la frase “a cosa stai pensando?”. L'utente clicca sullo spazio dedicato e può pubblicare oltre ad un messaggio scritto da lui,anche dei link a siti vari, foto o video. Una volta fatto questo si clicca sul pulsante “condividi” a fianco e tutti i membri della propria community potranno vedere questo aggiornamento.


3- Ricerca delle persone (Alberto Cafaro)

I social network sono delle reti formate da legami interpersonali. Alla base dei Social Network c’è la teoria dei 6 gradi di separazione: ognuno di noi sarebbe cioè legato a tutti gli altri individui del mondo attraverso un massimo di 6 persone; vale a dire: tra me e il Presidente degli Stati Uniti d’America ci sono 5 intermediari soltanto. Alcuni SN sono più “generalisti”, non hanno cioè un argomento od uno scopo specifico alla base; ne sono esempi My Space e Facebook. Altri nascono invece per coprire un ambito molto specifico, come ad esempio LinkedIn, che aiuta a sviluppare relazioni di lavoro, oppure Anobii, dedicato agli amanti della lettura, o Flickr, su cui si possono caricare le proprie fotografie o ancora You Tube, in cui si possono creare playlist dei propri video preferiti, sottoscrivere “abbonamenti” a canali creati da altri utenti. Tuttavia possiamo individuare alcune caratteristiche comuni a tutti:
- Scheda personale: ogni membro può creare una propria scheda riempiendola delle informazioni che desidera. Le informazioni sono generalmente legate all’ambito di azione di quel SN. Così ad esempio su Facebook inserirò dati generici sul mio profilo, il mio curriculum, perfino le mie credenze religiose, convinzioni politiche e preferenze sessuali (se lo vorrò fare). Al contrario su Anobii potrete vedere la mia libreria, i libri che ho letto e sto leggendo, i miei commenti, ecc.
Connessioni con amici: quando si individuano persone che si conoscono nella vita reale o virtuale, è possibile connettersi ad esse, aggiungendoli come amici.
Diversi livelli di accesso ai profili: generalmente nei SN posso scegliere che cosa voglio che gli altri vedano di me e dare differenti possibilità a persone diverse. Ad esempio potrei non volere che il mio capo veda le foto dell’ultimo sabato sera con gli amici, ma che i miei amici invece le vedano e le commentino.
Strumenti di comunicazione: tutti i SN hanno strumenti di comunicazione diversi, dalla possibilità di inviare messaggi privati ad altri utenti a quella di lasciare messaggi pubblici che tutti possono vedere. Motori di ricerca delle persone: le relazioni tra le persone sono il motore principale dei SN, perciò tutti hanno strumenti per facilitare la ricerca delle persone che si conoscono. Generalmente si può cercare tra i contatti delle persone con cui si è connessi oppure inserire la propria rubrica di posta elettronica o anche suggerire ad altri persone che potrebbero conoscere, ecc.
In un certo senso i SN riportano un po’ all’essenza primaria di Internet, quella di essere una grande piazza che facilita gli scambi di idee, informazioni o anche solo chiacchiere.
www.ictv.it/file/vedi/395/social-network
Social network in azienda una sfida per i manager
Servono appunto a identificare dei talenti e, soprattutto, a capire se l'organizzazione disegnata a tavolino corrisponde a quella reale. Si era partiti con obiettivi più modesti. Un esperto informatico milanese che è un patito di social network dice: «L'idea iniziale era quella di mettere insieme una sorta di «macchinetta del caffè virtuale». Come tutti sanno in azienda si fa amicizia, ci si conosce, alla macchinetta del caffè. Solo che quando un'azienda ha magari tre mila dipendenti e dieci sedi nel mondo, questo diventa impossibile. Ecco allora che il social network diventa un buon sostituto. Chi vuole, entra nel network consegnando un suo profilo e lì, in Rete, incontra quelli che in azienda hanno le sue stesse competenze o le sue stesse passioni. Si consigliano libri a vicenda, letture, discutono dei problemi. All'apparenza può sembrare un'attività inutile, ma non è così. In parte è anche uno svago, ma non è solo questo». In realtà, gli sviluppi sono molti e anche esplosivi. Al punto che il meccanismo va maneggiato con molta cura (da parte delle direzioni aziendali). Va anche detto subito che il sistema del social network è molto utile soprattutto in aziende «leggere», dove si producono idee, non certo nell'industria pesante. E allora c'è il caso di un'industria informatica milanese (la Stm, una delle prime a aver usato il social network in Italia). Il network venne messo a disposizione di alcuni reparti chiave, non di tutta l'azienda. E in una prima fase si trattava di una sorta di servizio per i dipendenti, che potevano appunto usarlo come «macchinetta del caffè virtuale», scriversi, scambiarsi opinioni, consigliarsi. Ma, a un certo punto l'azienda decise di infilare nel network tre domande molto semplici. La prima era: «A chi ti rivolgi quando hai un problema?». La seconda era l'opposto: «A chi ti rivolgi quando hai un'idea?» La terza era: «cosa fai quando il tuo capo ti manda a quel paese?» (semplifico, ovviamente). Basta riflettere su queste tre semplici domande per capire gli obiettivi dell'azienda. Scoprire se l'organizzazione disegnata sulla carta, con i suoi capi e sottocapi ufficiali, aveva qualche rapporto con l'organizzazione reale dei vari gruppi. Dall'esame delle risposte, in sostanza, è emersa una «mappa» dei rapporti interni all'azienda diversa da quella disegnata a tavolino. I responsabili di questo lavoro (fatto in collaborazione con i ricercatori della Carnegie Mellon di Pittsburgh) affermano di avere spostato persino alcuni dipendenti da Milano a San Diego perché dall'esame delle risposte era uscito che si erano creati dei gruppi di lavoro autonomi (e molto ben affiatati) che avevano appunto alcuni membri a Milano e altri in America. Oggi sono disponibili alcuni software molto sofisticati (e non alla portata di tutti) che fanno un lavoro incredibile. Una volta stabiliti quali sono i partecipanti al network aziendale, il programma registra i flussi di informazione fra i vari partecipanti al network. Dopo un certo periodo di tempo il programma elabora una mappa dei rapporti reali all'interno dell'azienda. I vari soggetti sono rappresentati da dei cerchi che hanno diametri diversi a seconda della quantità di scambi che hanno con altri. Il programma, in genere, tiene conto degli scambio «elettronici», quindi e-mail e instant messaging. In più la cosa può essere perfezionata tenendo anche conto dei programmi che i singoli soggetti usano, e questo perché si parte dal presupposto che chi usa gli stessi programmi ha qualcosa in comune. In questo modo, ad esempio, si scopre (e con una certa facilità) quali sono i veri leader della comunità, i veri «talenti» ai quali di preferenza la gente si rivolge per scambiare informazioni o per chiedere aiuto. Il meccanismo, però, funziona anche a rovescio. Si può scoprire, ad esempio, che c'è un capo ufficio al quale si rivolge pochissima gente: probabilmente perché è uno che non sa o che non è disponibile.


4- Feed (Federico Floriani)

l feed web è un’unita di informazioni formattata secondo specifiche (di genesi XML) stabilite precedentemente. Ciò per rendere interoperabile ed interscambiabile il contenuto fra le diverse applicazioni o piattaforme.
Un feed è usato per fornire agli utilizzatori una serie di contenuti aggiornati di frequente. I distributori del contenuto rendono disponibile il feed e consentono agli utenti di iscriversi. L’aggregazione consiste in un insieme di feeds accessibili simultaneamente, ed è eseguita da un aggregatore Internet.
L’uso principale dei feed RSS (detti anche flussi RSS) attualmente è legato alla possibilità di creare informazioni di qualunque tipo che un utente potrà vedere molto comodamente, con l’aiuto di un lettore apposito, nella stessa pagina, nella stessa finestra, senza dover andare ogni volta nel sito principale. Questo è dovuto al fatto che il formato XML è un formato dinamico.
Il web feed presenta alcuni vantaggi, se paragonato al ricevere contenuti postati frequentemente tramite email:
Nell’iscrizione ad un feed, gli utenti non rivelano il loro indirizzo di posta elettronica. In questo modo non si espongono alle minacce tipiche dell’email: lo spam, i virus, il phishing, ed il furto di identità.
Se gli utenti vogliono interrompere la ricezione di notizie, non devono inviare richieste del tipo “annulla la sottoscrizione”; basta che rimuovano il feed dal loro aggregatore.
I FEED IN UN SOFTWARE
Includere un feed in un software è un’operazione di grande facilità. Basta copiare l’indirizzo (Url) del feed e incollarlo all’interno del feed reader preferito. Molti feed reader, gratuiti e a pagamento, si trovano all’interno della categoria Rss di download di HTML.it.
I FEED READER
I lettori di feed sono programmi da scaricare ed installare sul proprio computer. Eccone alcuni:
· FeedReader lettore di feed per Windows, essenziale e semplice da utilizzare.
· NetNewsWire per Mac.
· Straw per Linux.
· RSSOwl, disponibile per tutti i principali sistemi operativi.
I WEB AGGREGATOR
Oltre ai programmi scaricabili, esistono programmi utilizzabili attraverso il web, col vantaggio di poter visualizzare i vostri feed preferiti in qualsiasi momento e da qualsiasi computer.I web aggregator più famosi sono:
· Bloglines.
· News Gator
· Google Reader, il reader di Google (per utilizzarlo occorre un account Gmail).
· Mio Yahoo!, il reader di Yahoo! (anche in questo caso occorre un account di posta con Yahoo!).
http://www.rss-world.info/


5- Condivisione (Isil Sati)

Social networking: condivisione dei tools per sviluppatori

Bebo, Facebook, LinkedIn, MySpace, progettano una condivisione dei tools per sviluppatori con lo scopo di dominare il settore dei social networking.
I siti più famosi di social networking quali Bebo, Facebook, Meebo, MySpace e Friendster hanno deciso di condividre i tools delle proprie interfacce per permettere agli sviluppatori di software di utilizzare il proprio codice da un sito all’altro con estrema facilità.
L'alleanza tecnologica proposta dai più importanti social network quali Bebo, Facebook, Meebo, MySpace e Friendster, nasce dalla volontà di dominare il settore e di difendersi quindi dai competitors.
Già i tools utilizzati per l’interfaccia di Bebo funzionano con lo stesso sistema di sviluppo già annunciato da Facebook. Ciò consente agli sviluppatori che hanno scritto applicazioni per Facebook di usare il loro codice quasi invariato per il network Bebo.
Grazie alla facilità con cui gli sviluppatori potranno aggiungere applicazioni ai vari siti delle community, queste ultime verranno implementate di volta in volta, sempre più semplicemente, garantendo anche agli utenti delle attività extra come aggiungere video e music clip ai loro profili.
Nonostante la condivisione tecnologica tra Bebo e Facebook i due social site non intendono diventare un network unificato.
Ciò che invece hanno dichiarato la maggior parte di questi siti è il loro supporto all’iniziativa di Google, Open social, che ha lo scopo di creare un sistema unificato di tools che possono essere usati su ognuno di questi siti.
I siti che sostengono l’iniziativa sono Bebo, Facebook e MySpace, mentre Meebo ha dichiarato di non avere progetti al riguardo.


6- Repositor (Francesca Toso)

Nel contesto di analisi delle funzioni dei social network analizziamo brevemente la loro funzione di archivi.
Prendiamo come esempi quattro community tra le più conosciute che sono state costruite attorno a campi differenti:
YouTube, che permette la condivisione di video;
Last.fm, che permette la condivisione di musica;
Anobii, che permette la condivisione di libri;
Facebook, che permette la condivisione di persone.
L'organizzazione dei siti possiamo raggrupparla a “coppie”: per l'uso di Anobii e YouTube non è
necessaria l'iscrizione, ma in tal caso non si possono considerare siti con la funzione di archiviazione, mentre per Facebook e Last.fm l'iscrizione è obbligatoria.
Una volta effettuata la registrazione gratuita, aver confermato la mail e tutte le varie routine, si ha accesso alla pagina del proprio Profilo.
In ciascuno di questi siti l'utente può scegliere di definire i propri interessi e richiedere la
segnalazione di aggiornamenti via e-mail, stringere amicizie, seguire certi temi piuttosto che altri e condividere dati propri.
Ad esempio, Last.fm che si basa sulla condivisione della musica, propone all'utente di cercare un
genere o un'artista per ascoltare in streaming alcune delle sue canzoni, dopodiché offre all'utente
una serie di dati di artisti simili. Allora l'utente sceglie se l'artista simile gli piace e lo segnala, verrà
segnalato ad altri utenti che hanno effettuato una scelta simile alla sua e sarà possibile risalire a
questa scelta tramite il proprio profilo.
Allo stesso modo, YouTube propone una serie di video a random nella sua pagina iniziale e mette a disposizione una barra di ricerca libera: l'utente cerca un argomento, un artista o altro e viene
portato a scegliere tra diversi video. Durante la visualizzazione di questi, l'utente è libero di
aggiungere il video a delle preferenze, a votare il video e a cercare video correlati o video pubblicati da una persona, tutti i dati verranno registrati nel suo profilo e vi potrà risalire in ogni momento.
Anobii richiede la creazione di una libreria virtuale dove si possono registrare libri letti, da leggere, in lettura o desiderati. Attraverso queste librerie vengono segnalati utenti che hanno magari letto gli stessi libri, e si può arrivare allo scambio, al prestito di libri o a degli incontri.
Facebook allo stesso modo dà la possibilità di conoscere persone o ritrovare vecchie conoscenze, e attraverso diversi strumenti si possono trovare amici in comune o stringere amicizie a seconda della città in cui si vive, del proprio posto di lavoro e simili. Inoltre è possibile iscriversi a gruppi di interesse o diventare fan di qualcuno o qualcosa, in tal modo ogni aggiunta o modifica a tali pagine verrà segnalato, permettendo all'utente un aggiornamento costante.


8- Georeferenziazione (Mizzaro Cinzia/Matteo Gazzola)

La geolocalizzazione è l'abbinamento ad un documento fotografico, tipicamente una mappa satellitare, di coordinate geografiche che consentono di localizzare il punto esatto della superficie terrestre. I dati consistono in latitudine, longitudine e a volte viene anche riferita l'altezza sul livello del mare.
La geolocalizzazione di un documento o di una immagine è possibile inserendo manualmente i dati oppure in modo automatico qualora il dispositivo sia dotato di collegamento GPS.
Nel caso di una fotografia può identificare la località che viene ripresa nell'immagine, mentre nel caso di un documento può riguardare sia il luogo nel quale è stato prodotto, che il luogo argomento del documento. Per documento si può intendere sia un testo, ma soprattutto un dato riguardate un
luogo di interesse culturale o sociale, un locale pubblico come un cinema o un ristorante, un luogo di utilità, oppure semplicemente del riferimento dei dati della posizione di un persona.
In quest'ultimo caso abbiamo la possibilità di rintracciare persone che partecipino allo stesso sito di
socializzazione o con interessi comuni, già conosciute o che potrebbero essere interessate alla reciproca conoscenza.

TECNOLOGIA UTILIZZATA
La tecnologia per la localizzazione è il GPS, un sistema di posizionamento geografico che utilizza una rete di 24 satelliti che coprono l'intera superficie della Terra, ciascuno dei quali trasmette continuamente un segnale radio digitale che contiene la sua esatta posizione ed un segnale orario, derivato da un orologio atomico.
Il dispositivo GPS, ricevendo il segnale di tre satelliti e calcolando sia la posizione relativa rispetto ai tre ed il tempo trascorso dall'emissione del segnale alla sua ricezione, ricava la longitudine e latitudine a cui si trova.
Se il dispositivo può ricevere il segnale di quattro satelliti, riesce anche a ricavare l'altitudine, questo però avviene solo in posizioni ottimali dove il ricevitore riesce a captare tutti i 4 satelliti necessari.
I dispositivi GPS, abbinati a mappe digitali del terreno o stradali, consentono quindi la precisa identificazione di una posizione e l'elaborazione di percorsi. Possono essere utilizzati in tutti i mezzi di trasporto, dalle automobili ai camion, agli aerei, o anche da una singola persona che cammina.

APPLICAZIONI AI SOCIAL NETWORK
La principale applicazione che la geolocalizzazione può avere in un network è quella di localizzare la posizione predefinita o in live di un utente (collegando questa a tutte le funzioni ad esempio ritrovabili in google maps come rintracciare luoghi o siti d'interesse in un raggio predefinito rispetto alla posizione dell'utente).
Già ora è possibile inviare la propria posizione da e verso i social network Dopplr, Plazes, Lightpole, Metosphere, Navizon e alcuni plug-in per Firefox e Movable Type.
I social che invece utilizzano il sistema di geolocalizzazione come una delle funzioni principali sono ancora agli albori e la maggior parte in versione beta. Tra questi troviamo:
-Brighkite: un'applicazione web location-based che ha in particolare, la possibilità di vedere in tempo reale dove sono i propri amici e quello che stanno facendo, basandosi su post, foto e video scattati al momento e pubblicati. Inoltre sono note le impostazioni di privacy dello stesso portale per poter permettere la funzionalità di condividere gli incontri con gli amici nelle vicinanze; la piattaforma è disponibile anche per i dispositivi mobile come l'i-phone e lo smart-phone BlackBerry RIM.
-Looptc social network per cellulari con Gps che permettono di monitorare gli spostamenti degli amici, e di evidenziare i punti di interesse prossimi all'utente;
-Map movie : è un'applicazione che legge i profili di tutti gli amici dell'utente e ne determina la loro posizione tracciando il luogo su Google Maps.
-Google Latitude: è una nuovissima tool nel campo della telefonia mobile che consente di mappare in tempo reale se stessi e gli amici (o componenti familiari). Messo a disposizione subito in 27 paesi nel mondo (Italia compresa), una volta effettuato il login potrete invitare i vostri contatti Google a condividere la vostra posizione. Potrete vedere direttamente sulle Mappe l'icona dei vostri amici posizionata (in un'area approssimativa) in cui si trovano e con un semplice clic contattarli via email o SMS.
-MicrosoftVine: con questa applicazione l'utente ha la possibilità di sapere quello che accade alle persone della sua cerchia di amici, ma soprattutto intorno a loro. Attivo al momento negli Stati Uniti, il sistema unisce i dati in arrivo dai social network, tra cui Facebook e Twitter, a quelli di 20.000 testate locali e agli annunci di pubblica sicurezza delle istituzioni governative USA.
In questo modo l'utente può sapere non solo cosa stanno facendo i propri amici, ma anche cosa sta succedendo nel contesto intorno a loro ed eventualmente comunicare con essi tramite email, sms o instant messaging. In caso, ad esempio, gli avvisi governativi mettano in allerta la popolazione per un particolare evento naturale, con Microsoft Vine l'utente può sincerarsi che tutti i suoi amici che si trovano in zona ne siano a conoscenza.
-Un nuovo progetto della Carnegie Mellon University ha come oggetto un software in grado di riconoscere i monumenti caricati su Flickr e di geolocalizzarli sulla mappa, permettendo così un'operazione di geotagging automatica e completamente trasparente all'utente, e un nuovo modo di navigare le informazioni per prossimità territoriale. Una frontiera di cui il settore più interessato è certamente quello turistico.
Di seguito un link ad una tesi su una realizzazione J2ME per la georeferenziazione di utenti all’interno di una mobile community GECO MOBILE.


9- Temporalità (Giada Mialich/Elisabetta Viola)

La moralità ai «tempi» di Twitter
Uno studio analizza l'attitudine del cervello a elaborare pensieri «etici» alla velocità dei nuovi media «sociali»
Il simbolo del social network Twitter
Ci vuole tempo, calma e spirito riflessivo per prendere decisioni giuste in situazioni che abbiano una valenza morale. Il che significa che nell’era di Facebook e di Twitter tutto è più difficile e si rischia di prendere delle cantonate in termini etici. Perché la velocità è nemica del senso morale, che ha bisogno per sua natura dei suoi tempi di decantazione. A sostenere questaverità non è solo il buon senso, ma uno studio di neuroscienziati del Brain and Creativity Institute della University of Southern California guidati da Antonio Damasio. I ricercatori hanno studiato le emozioni collegate al senso etico, passando in esame la paura e il dolore, l’ammirazione e la compassione e sostenendo, come precisa Mary Helen Immordino-Yang (una delle prime autrici dell’articolo) che le decisioni che sono legate a questo tipo di emozioni vengono elaborate lentamente.
LO STUDIO – Gli scienziati californiani hanno monitorato l’attività cerebrale di tredici volontari, osservando con tecniche di visualizzazione neurologica le risposte del cervello in concomitanza di racconti che si riferivano a storie di vita intense, in grado di risvegliare emozioni primarie. Quanto impiega il cervello umano per formulare una risposta di fronte a una storia che suscita apprezzamento o partecipazione dolorosa? In media, monitorando i volontari, i neuroscienziati hanno riscontrato un tempo di reazione del cervello umano che vai dai sei agli otto secondi prima di elaborare una risposta completa a emozioni profonde di ammirazione o di sofferenza. Ma alla lentezza si accompagna anche una solidità e una longevità della risposta.
CONCLUSIONI – I risultati di questo studio, che verrà pubblicato sulla prossima edizione online di Proceedings of the National Academy of Sciences e che si intitola Neural Correlates of Admiration and Compassion, portano inevitabilmente a considerare i tempi delle scelte che hanno una valenza etica, partendo proprio da quello che è il tempo fisiologico di reazione del cervello umano a fronte di un’emozione legata a una scelta morale. Appare chiaro che i tempi della comunicazione digitale non sempre rispettano quelli umani e nel caso di azioni e reazioni con implicazioni etiche questa disparità diventa particolarmente vistosa. Il costo emotivo della tempesta di informazioni che subiamo, specie in un cervello ancora in formazione, è troppo alto nell’era dei social network.
• Le relazioni sociali nella società dei media e della comunicazione, si sviluppano secondo processi e dinamiche che non possono prescindere dal canale in cui si svolgono. Se ne era accorto per primo, e molti anni fa, McLuhan con il suo ben noto “il medium è il messaggio”.
Non si sottrae a questa regola neppure il social networking, fenomeno in crescita del cosiddetto web2.0, che vive e si diffonde tramite il Internet, ed in particolare quei siti che per le forme di interazione che rendono possibili, consentono lo svilupparsi di relazioni tra gli utenti. Si pensi a Facebook, o Myspace, per citare i casi più noti.
Per i rapporti interpersonali che si sviluppano in questi contesti, capita spesso di utilizzare l’aggettivo virtuale, poiché esse hanno luogo in un ambiente digitale, non fisico; si rischia per questo di incorrere nell’errore di ritenere tali relazioni meno concrete, reali, e cariche di significato. E’ successo anche qui, tra i lettori di Appunti Digitali. Soprattutto da parte di chi non ha provato affatto ad utilizzare un social network, o lo ha fatto dedicandovi non sufficiente attenzione, c’è la tendenza a svalutare, se non denigrare, il social networking. Invece instaurare e sviluppare relazioni - amicizie, rapporti di lavoro, sentimentali, o di qualsiasi genere - è una realtà dei nostri tempi, specchio di una società complessa in cui i rapporti sono sempre più mediati, nel senso che si svilluppano tramite un medium (mezzo).
E’ una esigenza tipica delle generazioni figlie della televisione, quella di rappresentare le proprie azioni, renderle in un certo senso più reali tramite la condivisione: le foto di Facebook o i video di youtube. Questo comportamento non è deviante, o per lo meno non lo è nella sua forma più istintiva ed innocente; certo, in alcuni casi lo può diventare, ma decine di migliaia di ragazzi, adolescenti e meno giovani, lo fanno per puro divertimento e spirito di condivisione delle esperienze, senza commettere alcun reato o bravata che li faccia finire al telegiornale della sera.
Il social networking dunque, è una moderna forma dello stare insieme, e visto che questo non accade più attorno al focolare domestico da diversi anni ormai, sarà il caso per gli adulti, e per chi fosse rimasto indietro, di attrezzarsi a comprendere tale forma di comunicazione, se non altro per essere in grado di tutelare i propri figli da eventuali rischi, che come sempre, non vengono dal mezzo, ma da chi lo usa per fini non leciti.
La temporalità è una delle caratteristiche dei social network perché permette di intrattenere un contatto tra le persone immediato. Qualsiasi persona può sapere in tempo reale dove e cosa stia facendo un determinato amico o conoscente anche senza vederlo fisicamente.
La maggior parte dei social network ne sono l’esempio perché sfruttano la rete per mantenere un contatto diretto tra le persone, da facebook a twitter a myspace etc..


10- Lavorare per topic (Francesco Leoni)


La condivisione di informazioni è certamente l’atteggiamento fondante della politica dell’ormai famigerato “villaggio globale” teorizzato dallo studioso Mc Luhan. Il continuo sharing tra i suoi abitanti sta rivoluzionando la realtà intorno a noi, rendendo obsoleti molti supporti che erano precedentemente i veicoli delle informazioni connotanti la nostra quotidianità: cd, dvd, libri, giornali...la differenziazione dei media scompare a poco a poco per riunire tutti questi “canali” in un unico grande agente di informazione, il cui controllo, essendo esercitato da tutti, di fatto non è esercitato da nessuno. Un unico canale per un unico sapere: un’unica cultura di massa. Proprio di cultura di massa parla il celebre semiologo Umberto Eco nel suo altrettanto celebre libro “Apocalittici ed integrati” del 1964, che pur non riferendosi per questioni cronologiche al fenomeno del web in particolare, individua una tendenza che è ad esso facilmente associabile: l’omologazione della cultura. I valori culturali che sono disponibili sulla rete sono necessariamente portati tutti sullo stesso piano per poter essere soggetti allo sharing, ed essere dunque fruibili da tutti. Questo consente grandi vantaggi nel senso di una diffusione delle informazioni “democratica” (Wikipedia per esempio), ma può portare ad un impoverimento delle stesse nozioni, trattate in maniera non estesa bensì per pochi punti o argomenti chiavi: i topics (in inglese argomenti). Non si vuole qui dire che lavorare per topics significhi creare una cultura più “bassa” di quella accademicamente accettata fino ad oggi: lavorare per topics è un atteggiamento ben preciso di ricerca delle informazioni e di ragionamento logico induttivo (partendo dal singolo si cerca di comprendere il contesto), non applicabile solamente sulla rete. Esso è però una ricerca per “sintesi” delle informazioni che l’utente cerca, le quali possono essere poi approfondite in seguito a seconda delle esigenze. Nel caso dei siti dedicati al social networking il processo di ricerca per topics è vantaggioso poiché sotto questi topics si riunisce un gruppo, e la sinergia che ne deriva è foriera per tutti di nozioni e informazioni utili. Attenzione però: le nozioni che derivano dai vari utenti sono frutto di una ricerca esterna al web, che difficilmente sarebbe efficace se fosse stata condotta per topics e non in maniera estesa, e molte volte essa deve ridursi, per i motivi detti sopra, a delle forme e ad un lessico elementari. I social network hanno l’infinita potenzialità culturale che deriva dalla condivisione di informazioni, che una volta era solo prerogativa di altri canali e luoghi fisici come le università; responsabilità degli utenti è mantenere alto il livello e la forma di questa cultura condivisa (alcune pagine di Wikipedia si stanno già ponendo a un diverso grado di approfondimento) poiché lavorare per topics deve diventare un approccio facile per tutti alla ricerca, nonché una forma di aggregazione, ma non può sostituire quella conoscenza poliedrica e globale che si ottiene attraverso la fruizione di più supporti comunicativi, a volte estranei al “villagio globale”. Ecco dunque che interviene l’idea di “etica del social network” da un punto di vista culturale in quanto esso ha ormai una importante influenza in questo campo: chissà se in futuro sarà consentita l’istituzione di figure professionali e qualificate affinché espletino questa mansione di redigere le informazioni condivise in maniera che si acceda ad un sapere “di alto livello”?

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